07 aprile 2017 19:01

Kendrick Lamar, HUMBLE
Al primo ascolto HUMBLE, il nuovo singolo di Kendrick Lamar, spiazza. Dopo il notevole To pimp a butterfly, in questo momento storico dal rapper di Compton era naturale aspettarsi un ritorno sulle scene diverso, magari con un brano politico in stile King Kunta o Alright. HUMBLE invece è un brano spaccone, in cui Lamar sfida i suoi colleghi rapper (in tanti sostengono che ce l’abbia soprattutto con Drake) e gli ascoltatori, invitandoli a portargli rispetto. C’è anche un po’ d’ironia in questa canzone, quasi come se Lamar volesse prendersi gioco del linguaggio del rap. Dal punto di vista musicale, HUMBLE è lontana dai suoni jazz di To pimp a butterfly. È costruita su un riff ossessivo di pianoforte, i bassi sono fatti con la 808, una drum machine molto di moda nella trap (un sottogenere dell’hip hop nato negli anni novanta nel sud degli Stati Uniti). HUMBLE non è un inno per i diritti civili da suonare alle feste radical chic alla Casa Bianca e, proprio per questo motivo, è una bella mossa da parte di Kendrick Lamar, perché lo aiuta a sparigliare le carte. Aspettiamo il nuovo disco, che uscirà il 14 aprile, per la sentenza definitiva.

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Jack White, Battle cry
Dopo mesi di silenzio, Jack White se n’è uscito a sorpresa con Battle cry, un brano strumentale di due minuti e mezzo. Sembra un misto tra un pezzo metal e una danza della guerra degli indiani d’America. Non è chiaro se farà parte del suo terzo disco solista, al quale il musicista di Detroit sta lavorando da un po’ di tempo, o se si tratta di una pubblicazione estemporanea. Poco importa, Jack White è una delle ultime vere rockstar rimaste in circolazione e ogni suo passo merita massima attenzione. E risentire quella chitarra mette il cuore in pace. Un consiglio: se White farà un nuovo tour, tenete da parte i risparmi. Va visto a tutti i costi.

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Gorillaz, Let me out
I Gorillaz continuano a mettere online anticipazioni del loro nuovo disco, Humanz, in arrivo il 28 aprile. Dopo i primi quattro brani, tra i quali spiccava Saturnz Barz, la band di Damon Albarn ha tirato fuori Let me out, registrata con Mavis Staples, icona dell’r&b statunitense, e Pusha T, rapper newyorchese e nome di punta della casa discografica Def Jam. Questo è il più politico dei quattro pezzi presentati negli ultimi giorni e critica in modo esplicito l’America di Donald Trump, le sue contraddizioni razziali e la politica estera di Washington. Di solito nella musica le ammucchiate di nomi famosi non funzionano. I Gorillaz di Damon Albarn sono l’eccezione che conferma la regola.

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Teho Teardo e Blixa Bargeld, Hey hey, my my
Dopo aver fatto insieme due grandi dischi, il compositore Teho Teardo e il leader degli Einstürzende Neubauten Blixa Bargeld hanno registrato un nuovo ep intitolato Fall. L’album si apre con questa straniante cover di Hey hey, my my, classico del repertorio di Neil Young. La ricetta sonora è la stessa del recente Nerissimo: le orchestrazioni di Teardo danno profondità al brano, Bargeld agguanta la melodia del pezzo come un serpente e la canta con la solita classe. I due musicisti confermano di avere un’intesa profonda, quasi una fratellanza musicale che si rinnova ogni volta che collaborano. L’ep Fall contiene altri tre brani inediti: Ziegenfisch, Testosteron sklaven e Bianchissimo.

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Grupo Ju-Juy, Karaway
La casa discografica newyorchese Dutty Artz, fondata da Matt Shadetek e Dj /rupture, pubblicherà il 14 aprile una compilation intitolata ¡Un saludo! Mexican soundsystem cumbia in LA. Il disco, curato dall’antropologa Alexandra Lippman, è frutto di un lavoro d’archivio fatto sul catalogo dell’etichetta di Los Angeles Discos Barba Azul, che tra il 2006 e il 2013 ha pubblicato più di cento album di cumbia messicana. Questo è il primo estratto. Una canzone bizzarra, per le nostre orecchie di europei, ma molto affascinante e non priva di malinconia.

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