13 marzo 2015 10:50
Solar Impulse 2 in volo su Mascate, in Oman. L’aereo a energia solare è partito il 9 marzo da Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, e proverà a fare il giro del mondo in cinque mesi. (Jean Revillard, Solar Impulse/Afp)

A volte le icone contano più dei fatti. Con un’immagine fulminante riassumono fenomeni complessi. Forse una nuova icona nasce in questi giorni, quella del futuristico aereo Solar Impulse, decollato per il primo giro del mondo a energia solare il 9 marzo da Abu Dhabi, sede dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili Irena e di Masdar City, la città solare progettata da Norman Foster.

Il valore principale di questa impresa non è nel perseguimento di record, ma nella comunicazione di un fatto e di un’idea. Il fatto è che le moderne tecnologie dell’energia solare sono mature per le sfide più ambiziose. L’idea è che quello appena cominciato dovrà essere il secolo dell’energia solare, tanto quanto quello passato è stato “il secolo breve dell’energia fossile”.

Quest’idea è controversa, abbracciata da alcuni e avversata da altri. Ma è forse l’idea storicamente più rilevante in circolazione nel mondo, perché è un’idea pacifica e pacificante, che raccoglie l’impegno di decine di milioni di cittadini, attivisti, politici, scienziati, tecnici, imprenditori e lavoratori di ogni paese e ogni credo. Un’idea ambiziosa, perché promuove cambiamenti millenari per miliardi di persone. Un’idea realista, perché propone probabilmente l’unica via d’uscita dalle crisi del clima e dei conflitti mondiali per l’energia.

Anche un’altra icona dell’aviazione fu forse più importante dei fatti tecnici che rappresentava: la silhouette del Concorde, l’aereo supersonico civile in servizio dal 1976 al 2003. Concorde e Solar Impulse non hanno niente di materiale in comune. Il Concorde usava 96 tonnellate di cherosene, pesava 184 tonnellate, ospitava cento passeggeri, viaggiava a una velocità di 2.200 chilometri orari, costava due miliardi di euro. Solar Impulse usa energia solare, pesa 2,3 tonnellate, ospita un passeggero, viaggia a una velocità di 50 chilometri orari, costa cento milioni di euro.

“Sarà il futuro dell’aviazione civile”, dissero del Concorde tanti esperti europei. Entro il 2000 dovevano solcare i cieli 400 aerei supersonici. “Una follia irrealizzabile”, avevano detto molti gruppi industriali, rifiutando il progetto Solar Impulse. Eppure nello stesso anno, il 2003, si poneva l’ultima pietra sul tomba del Concorde e la pietra di fondazione del progetto Solar Impulse.

Al minuto 0:38 il decollo da Abu Dhabi, il 9 marzo 2015

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L’aereo solare concepito dai due pionieri e piloti svizzeri Bertrand Piccard e André Borschberg potrebbe essere un esercizio senza futuro. In difficoltà con vento forte, con motori da soli 8 cavalli, trasporta un unico passeggero, in condizioni di comfort miserabili, alla velocità di una bicicletta. Tutte queste parole descrivono esattamente le peculiarità di due aerei, il Solar Impulse del 2015 e il Wright Flyer del 1903, il primo velivolo che dimostrò una cosa ritenuta impossibile: alzarsi in volo, spinti da un motore a combustione.

Un aereo “veramente futurista”

Per realizzare il sogno del Concorde migliaia dei migliori tecnici e scienziati lavorarono un decennio e produssero un gioiello della tecnica. Progetto prestigioso di una grandeur paneuropea, voluto e sovvenzionato dai governi francese e britannico, il Concorde fu però un fiasco economico ed ecologico. In media solo il 65 per cento dei posti era occupato. Nonostante il prezzo del biglietto fosse dimezzato grazie alle sovvenzioni pubbliche, i biglietti venduti non coprivano i costi di gestione, per non parlare di quelli di sviluppo e costruzione. Rispetto agli altri aerei, la velocità del Concorde era doppia, il consumo di carburante triplo, il costo del biglietto decuplo. Era in sostanza un’enorme bolla volante di cento tonnellate di cherosene, l’unico aereo di linea in cui il carburante pesava più di tutto il resto. Lo spazio per i passeggeri era spartano. A dispetto della forma slanciata, il Concorde fu l’apoteosi della massa, della potenza, dell’accelerazione, dello spreco, dell’inquinamento acustico e atmosferico. Fu un’esagerazione costosa, accessibile a pochi. Un aereo “veramente futurista” avrebbe detto Filippo Marinetti.

Un’enorme libellula appena ronzante

Solar Impulse è esattamente il contrario: un’enorme libellula appena ronzante, fragile e leggera. È largo 72 metri, come l’Airbus 380, ma è 200 volte più leggero: 2,3 invece di 500 tonnellate. L’energia che lo muove è inesauribile, appartiene a tutti, non può essere comprata o venduta, non alimenta il pil, i potentati, i colpi di stato, le guerre, non altera il clima, non inquina l’aria.

Tanto diversi sono Concorde e Solar Impulse, tanto simile è il loro destino simbolico. Ognuno incarna un’epoca. Nella sua forma snella di uccello elegante, l’aereo supersonico sarà ricordato come il canto del cigno dell’era dei carburanti fossili a buon mercato. Era un aereo “pratico”. Prometteva una grande utilità materiale e un grande successo commerciale, doveva diventare “l’aereo più venduto nel 2000”. Volava da Parigi a New York in tre ore e mezza. “Arrivate prima di partire”, diceva la pubblicità, grazie alla velocità con la quale attraversava i fusi orari. Solar Impulse invece sembra un costoso giocattolo inutile, costruito per scommessa. Certo, nessuno si aspetta che l’energia fotovoltaica muova i grandi aerei da trasporto. Le ricadute tecniche di Solar Impulse sono piuttosto in alcune innovazioni tecniche e nello sviluppo di velivoli leggeri e autonomi, utili per esempio per le telerilevazioni e le telecomunicazioni. Non a caso Google e Swisscom sono tra i suoi sponsor. A Facebook si attribuisce un progetto di droni a energia solare per fornire una copertura internet dallo spazio.

“100 per cento energia rinnovabile” – in cielo e in terra

Solar Impulse è un’ardita iniziativa sperimentale. Ma le tecnologie per le nuove energie rinnovabili, in particolare quelle solari ed eoliche, sono da vent’anni un’affermata forza di mercato in rapida espansione. Mentre i costi per unità d’energia delle fonti fossili e atomiche continuano a salire, quelli delle tecnologie per le rinnovabili continuano a scendere. In Europa esse occupano milioni di persone e raccolgono la grande maggioranza degli investimenti in nuove infrastrutture energetiche.

“100 per cento energia rinnovabile” è una formula che Solar Impulse vuole dimostrare possibile per il giro del mondo. Ma è anche la formula per la quale lavorano un numero crescente di scienziati, tecnici, imprenditori e politici, che credono di poter portare l’Europa a produrre prima la sua elettricità e poi l’intera sua energia quasi esclusivamente da fonti rinnovabili, un traguardo ancora ritenuto impossibile da molti. Ma non da tutti. È significativo che i due piloti e ideatori di Solar Impulse, l’azienda che lo ha costruito e il Politecnico federale di Losanna (Epfl) – che ha partecipato alla sua progettazione – siano elvetici. La Svizzera, infatti, è il primo paese che per il 2050 vuole diventare una “società a 2.000 watt” , cioè ridurre di due terzi (da 6.000 a 2.000 watt) l’uso pro capite di energia, ricorrendo principalmente alle energie rinnovabili e quasi abbandonando le energie fossili, come ha stabilito il governo elvetico nella sua “Strategia energetica 2050” e dal 2002 nella sua “Strategia per lo sviluppo sostenibile” del 2002, 2008, 2012.

Come dicono Borschberg e Piccard, lo scopo di Solar Impulse non è di stabilire record o proporre un’alternativa alla moderna aviazione, ma è di dimostrare che i progressi delle tecnologie solari sono così veloci da permettere cose fino a ieri ritenute impossibili. Se dimostriamo di poter volare intorno al mondo con l’energia solare – dice Piccard – chi potrà dire che con essa non si può far funzionare un frigorifero, un riscaldamento, un ascensore? Schindler per esempio, uno degli sponsor di Solar Impulse, ha realizzato un ascensore a energia solare.

Se la silhouette di Solar Impulse diventerà un simbolo dell’era delle energie rinnovabili, questa sarà la maggiore ricaduta positiva del progetto. Comparando le immagini di futuro evocate dai due aerei da sogno, Concorde e Solar Impulse, viene proprio da dire che “il futuro non è più quello di una volta”.

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