04 marzo 2016 13:48

I miei capelli hanno cominciato a ingrigire quando avevo trent’anni. È una questione di geni: in famiglia diventiamo grigi ma non rugosi, quindi ricorriamo alla tinta, non al Botox.

Quando sono apparsi i miei primi capelli bianchi ho cercato di ignorarli nella speranza che scomparissero, e ho cominciato a tingerli solo dopo i quaranta. Per questo in alcune foto di quindici anni fa sembro un po’ più vecchia di oggi. Oggi li tingo perché anche se non mi importa di dimostrare gli anni che ho, mi secca dimostrarne di più. Lo so che cosa direte ora: “Tracey, sei rimasta indietro. Oggi il grigio fa tendenza. Le persone alla moda si tingono di grigio”.

Sì, sì, lo so, ho sentito di Rihanna, Cara Delevingne, St. Vincent e #GrannyHair, ma non m’interessa. Tutte chiacchiere. Loro sono giovani, e le ragazze giovani possono fare quello che vogliono. Possono mettersi un paio di zoccoli e un cappottaccio o portare i capelli a crocchia e una vecchia calzamaglia e sembrare lo stesso fantastiche, perché sono giovani e non c’è quasi niente che possa rovinare il vostro aspetto quando siete giovani. Anche se, purtroppo, in quel momento non lo sapete.

Tirate fuori le vostre vecchie foto. Riderete dei vostri capelli e dei vostri pantaloni, ma guardate meglio: non sapevate di essere così carine, vero? Nora Ephron ha scritto una volta: “Oh, come rimpiango di non essere stata sempre in bikini quando avevo 26 anni. Ragazze, se mi state leggendo, correte immediatamente a mettervi un bikini e non ve lo togliete finché non avete compiuto 34 anni”. Tutti quegli anni persi a preoccuparci di non essere perfette, quando eravamo ricoperte della polvere magica della giovinezza.

Il grigio non è qualcosa a cui si aspira, è qualcosa in cui scivoliamo, sbiadendo

È innegabile che invecchiando dobbiamo fare qualche sforzo in più, il che ci riporta ai miei capelli grigi e al mio rifiuto di arrendermi. Come se non bastasse, la parola grigio definisce tutto ciò che è monotono e noioso. È il colore della cenere e del piombo. È John Major, l’uomo grigio della politica. “Privo di interesse o di carattere”, dice il dizionario. È la zona in cui le cose non sono né carne né pesce, né giuste né sbagliate, né buone né cattive. È la specie di scoiattolo che non piacerà mai come quell’altra, rossa e adorabile.

Il grigio non è qualcosa a cui si aspira, è qualcosa in cui scivoliamo, sbiadendo. È l’incubo ricorrente della crisi di mezz’età: la paura che la vita abbia raggiunto il punto di non ritorno del grigiore.

Non mi arrendo

Credo che l’angoscia della mezza età non riguardi tanto la paura della morte (anche se c’è anche quella), ma la mancanza di euforia, dei momenti di entusiasmo che rendono la vita degna di essere vissuta. È questo che spinge la gente a cercare relazioni extraconiugali, auto veloci, motociclette e imprese avventurose sponsorizzate. Ma anche in questi casi l’euforia resta spesso un miraggio. Allora che speranze abbiamo noi che vogliamo restare a casa senza rompere niente? Ci regalano Il piccolo libro della calma e ci dicono di meditare, quando il più delle volte l’unica cosa che vogliamo è provare l’ebbrezza del primo Martini della giornata.

Quindi, datemi pure della superficiale, ma al grigio non mi arrendo. Almeno in questo campo posso aggrapparmi a una parvenza di controllo ed esigere che le cose restino vivide, definite, bianche o nere. Quando alla fine mi stancherò dell’incessante fatica di Sisifo di coprire la ricrescita, comincerò semplicemente ad andare nella direzione opposta, e a tingermi i capelli di quel fantastico argento brillante che si avvicina di più al biondo platino di Jean Harlow che non al grigio della paglietta per i piatti.

Non ho intenzione di cadere nella trappola fatale del colore a tutti i costi. Le stravaganze non fanno per me. “Quando sarò vecchia mi vestirò di viola/con un cappello rosso che non si intona e non mi dona”, dice una famosa poesia. No, grazie. Quando sarò vecchia indosserò un vestitino nero, con una borsa intonata e un cappotto che mi dona. Non sono ancora pronta per il grigio, ma accetterò l’argento. Tra un po’.

Nel frattempo, lascerò che siano le ragazze giovani a fare esperimenti con tinte lavanda e cardigan, a giocare a sembrare vecchie, come solo loro sanno fare, finché sono ancora in tempo a tornare indietro.

(Traduzione di Diana Corsini)

Questo articolo è uscito sul settimanale britannico New Statesman.

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