12 dicembre 2012 12:56

Durante una cena, un eterosessuale maschio ha fatto a me e al mio ragazzo una domanda. Dava per scontato che noi, essendo maschi omosessuali, avessimo la risposta. Noi non ce l’avevamo, Dan, ed è per questo che ci rivolgiamo a te. Che succede, se mentre uno indossa un *butt plug gli viene da scorreggiare?*

Via Col Vento

Se uno indossa un butt plug, VCV, allora può tranquillamente emettere un peto, silenzioso o rumoroso che sia, come in genere accade, e questo perché un butt plug, se indossato come un cappello, una spilla o una spallina, vale a dire un butt plug indossato sul corpo, non presenta impedimenti di sorta.

Se però uno si è inserito nella cavità rettale la parte arrotondata, e i muscoli dello sfintere sono stretti intorno al butt plug, come succede di solito, cosicché la parte arrotondata si trova all’interno della cavità rettale e quella svasata all’esterno (volendo essere pedanti, potremmo dire che sì, in effetti la parte svasata viene indossata sull’ano), cosa succede se uno tenta di emettere un peto?

La forza del peto espelle il* butt plug*, facendolo volare dall’altra parte della stanza oppure, se il butt plug non viene espulso né prende il volo, la persona in questione esplode.


Un amico che fa il medico di pronto soccorso mi ha raccontato di aver estratto un oggetto – non ricordo più quale – dal culo di un signore. La mia reazione immediata è stata chiedergli se dopo aveva fatto al signore il solito discorsetto sulla parte svasata. “Cosa?”, mi ha detto il mio amico. Allora gli ho spiegato che, se il signore in questione avesse usato un sex toy anale con la base svasata, non si sarebbe trovato in quella situazione. Al mio amico non era mai venuto in mente e mi ha ringraziato del consiglio.

Anche il mio compagno fa il medico e anche a lui è capitato di trattare pazienti con “intoppi” anali. Lui il discorsetto sulla base svasata lo fa ogni volta che gli sembra utile, ma mi dice che a medicina non te lo insegnano. E questo mi sembra assurdo, visto che un minimo d’informazione potrebbe evitare un sacco di problemi. Dovresti usare la tua rubrica per sensibilizzare chi gestisce le facoltà di medicina.

Coscienza Alleggerita

Cara Coscienza Alleggerita,


pubblico la tua lettera nella speranza che i medici di tutto il mondo la leggano e si affrettino a inserire il tuo consiglio sulla base svasata nella loro pratica quotidiana. Se non dovessero farlo, be’, non potremmo che trarre la conclusione che i medici – di pronto soccorso o meno – non fanno ai loro pazienti questo discorsetto sulla base svasata perché segretamente adorano estrarre oggetti di vario tipo dai retti più svariati.



Ho 19 anni e sono bisessuale. Da due anni ho una storia con una ragazza che non è molto interessata al sesso, tanto che siamo una coppia aperta e io a volte faccio sesso con dei maschi. L’ultimo con cui sono stato mi piaceva molto, e il sesso me lo sono goduto parecchio. Il problema è che non mi si rizzava. È perché sto ancora cercando di capire chi sono e cosa voglio? Perché i maschi mi piacciono meno di quanto credessi? O dipende solo dal senso di colpa, anche se per la mia ragazza la cosa non è un problema?

Ammaina Bandiera

Scrivi “a volte faccio sesso con dei maschi”, AB, il che significa che quel ragazzo non era il primo. Semplicemente è stato il primo ragazzo – o forse la prima persona – con cui non ti si è rizzato. Fammi indovinare: non ti era mai successo. Per forza: hai 19 anni. Ma prima o poi succede a tutti, ed è molto più probabile che la prima volta uno cerchi di darsi una spiegazione o di attribuire alla cosa un qualche significato profondo (“Forse non sono davvero bisessuale!”, “Forse è stato il senso di colpa!”).

Non sprecare il tuo tempo, AB. A volte un cazzo moscio è solo un cazzo moscio. Se dovesse succederti ancora, be’, allora potresti avere un problema. Ma continuando a ossessionarti su un episodio isolato – magari dovuto all’agitazione (questo ragazzo ti piaceva, no?) – il problema corri il rischio di creartelo da solo.


Ero in viaggio per lavoro e avevo la coincidenza a San Francisco. Il mio collega, un bell’uomo, fisicamente un po’ orso, di quelli da amore platonico, etero, voleva sapere se era strano che un tizio gli avesse fatto i complimenti per le scarpe mentre erano davanti ai pisciatoi dell’aeroporto.

Forse Voleva Altro

Sì.


Leggendo le lettere dell’ultimo Savage love, mi è venuto in mente che il dibattito sul poliamore come “orientamento sessuale” è soprattutto un dibattito sulle definizioni. C’è chi è poliamoroso e sente che è un tratto della sua natura tanto fondamentale quanto le preferenze sessuali. Propongo quindi il seguente modello. Tutti quanti possediamo un’identità sessuale formata da quattro componenti:

1. L’identità di genere, che va da cis a trans (cisgender*: quando identità sessuale e sesso biologico coincidono).
*

2. L’orientamento sessuale, da omo a etero.


3. L’esclusività sessuale, da monogamia pura a poliamore puro.

4. L’interesse sessuale, da asessuale a fortemente sessuale.

Per come la vedo io, queste quattro componenti si equivalgono, nella misura in cui sono tutte cose che siamo anziché cose che scegliamo. Pur essendo possibile scegliersi uno stile di vita non conforme alla propria identità sessuale, il farlo genera in ogni caso stress, dissonanze cognitive e un certo disprezzo di sé. Come tutti i modelli teorici, anche questo non è necessariamente completo. Non include, per esempio, l’interesse sessuale per gli animali, per specifiche fasce d’età, né centinaia di altre stravaganze, tratti che paiono tutti legati più all’identità che a una vera e propria scelta. Detto ciò, penso davvero che in questo schema a quattro componenti vi sia qualcosa di unico e universalmente applicabile, e credo che la società dovrebbe porsi come obiettivo quello di accettare e non discriminare tutti gli aspetti dell’identità sessuale.

Solo Un Punto Di Vista


Il tuo modello mi piace, SUPDV, ma una cosa va detta: si arriva a un punto in cui gli infiniti dibattiti resi possibili da Tumblr sull’identità sessuale, l’identità di genere, l’orientamento sessuale e l’interesse sessuale cominciano a ricordare un po’ la questione “quanti angeli possono danzare sulla capocchia di uno spillo” che ossessionava i teologi medievali. Per la cronaca: siamo tutti liberi – e lo saremo sempre – di identificarci e di applicare le etichette identità e “orientamento” come ci pare e piace.

Finché qualcuno non prova a toglierci qualcosa, il fatto che questo qualcuno abbia un’idea leggermente diversa dell’identità o dell’orientamento o del significato di queste due parole o di quanti angeli possano danzare sulla capocchia di uno spillo, be’, anche un po’ chissenefrega, no?

Per quel che mi riguarda, poi, chi passa la vita a discutere, classificare e dissezionare il sesso e l’identità corre veramente il rischio di incartarsi su se stesso nel tempo che ci vuole a dire “santorum”. Che è un po’ il mio modo per dire: no, non cederò una rubrica alle lettere arrabbiate dei pesantoni convinti che essere dominanti o sottomessi sia la loro identità sessuale, anche se mi dicono che dovrei, perché la settimana scorsa ho accennato al fatto che, dal mio punto di vista, l’accoppiata D/s è un’identità sessuale, e non un orientamento, e siccome ai poly arrabbiati la rubrica l’ho ceduta allora sarebbe giusto che blablabla.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Correzione: 13 dicembre 2012

Nella prima versione dell’articolo c’era scritto “base a punta” invece di “base svasata”.

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