03 luglio 2012 12:00

Quando ci si accorge che una questione è rimasta in sospeso per troppo tempo, è meglio sbrigarsi a trovarle una soluzione. Quando un interrogativo si ripresenta più di una volta, significa che è ora di dargli una risposta. Insomma, quando quattro lettori ci scrivono per segnalare lo stesso (presunto) errore, conviene dare loro una spiegazione. La questione è l’uso del pronome indiretto di terza persona plurale

loro: alcuni lettori si lamentano perché non piace loro che usiamo gli nel complemento di termine al plurale (possiamo anche dire che a loro non piace che si usi gli, ma non è esattamente la stessa cosa).

Se interpelliamo alcune grammatiche scolastiche, dobbiamo dar loro ragione: indicano solo la forma loro per il dativo plurale. Ma se invece interpelliamo gli amici o i colleghi, e lo facciamo, spontaneamente, per chiedergli un parere (non per chiedere loro un parere), le cose cambiano. Nella lingua parlata infatti l’uso di gli al posto di loro è ormai la norma. E grammatiche di livello scientifico o buoni dizionari ammettono entrambe le forme. Dal parlato gli si sta facendo strada nella lingua scritta. È facile capire perché: è più corto, più simile agli altri pronomi (mi, ti, gli/le, ci, vi) e più facile da usare. Ma vaglielo a spiegare ai puristi. Anzi, vai a spiegarlo loro.

Internazionale, numero 955, 29 giugno 2012

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