04 febbraio 2013 14:08

R. ha tredici anni, e da grande non vuole fare la cubista. “In tempi come i nostri”, dice, “non conviene più contare sui lavori occasionali, bisogna mettere delle basi solide, costruire certezze”. Frequenta una buona scuola a Roma, dove fa il minimo necessario. Tanto non dovrà ripetere l’anno.

È una bella ragazza, la più bella della classe e le belle, oltre a essere belle, non si bocciano mai, si sa. Ha una buona dialettica, rispetto alla gran parte dei suoi compagni di classe. E la usa per alimentare polemiche e discussioni su tematiche cruciali, come la quantità dei compiti che vengono dati oppure le note sul registro di classe.

Non ha alcun interesse per la politica, né per l’economia né per altro. Conosce Silvio Berlusconi di nome, me non certo per la sua attività politica. Ora c’è un altro presidente del consiglio, ma non vale nemmeno la pena imparare il suo nome, tanto tra poco non ci sarà più. Ieri ha avuto un suo momento di gloria quando il professore di lettere ha chiesto cosa fosse il paradiso. R. ha alzato la mano, rispondendo che per lei il paradiso era solo quello fiscale. Il professore si è messo a ridere, ma lei lo pensava davvero.

L’ora di lezione successiva si è parlato dei diritti delle donne. E R. non è intervenuta, perché secondo lei il principale diritto delle donne è quello di apparire ed esibirsi, per diventare famose. Per questo da grande sogna di entrare in politica e sicuramente apparirà spesso in tv.

I genitori di R. vengono entrambi dalla Roma borghese, e sono preoccupati delle aspirazioni professionali della figlia. Sono tendenzialmente di sinistra, anche se non hanno deciso ancora per chi votare, e nel dubbio potrebbero anche decidere di non votare. Leggono due quotidiani al giorno, uno scaricato sull’ipad, l’altro comprato in edicola. Ogni giorno un giornale diverso, sempre nella stessa edicola. Oggi prendono Il Fatto Quotidiano. Un giornale che gli piace per il sarcasmo, la “cattiveria” e gli editoriali di Travaglio.

Nella sezione “Politica e Palazzo”, leggono

la notizia dell’ultimo video porno (ma soft) di una deputata del Pdl, Fiorella Ceccacci Rubino.

La mamma di R., sconcertata, accende la tv. Il papà la guarda, deluso per la notizia e perché non riesce a trovare il video sul web. R. entra in salone e si mette a guardare Le invasioni barbariche su La7 insieme a sua madre. Prima viene intervistata Luna Berlusconi, che R. immagina da sempre come una protagonista di un reality show al quale avrebbe tanto voluto partecipare. Non è facile seguire i discorsi della nipote di Silvio Berlusconi, che è molto vivace e dispersiva. Quasi quanto il cameraman, costantemente preso sia dalla scollatura sia dalle caviglie e i tacchi molto alti.

R. è stanca, domani a scuola dovrebbe essere interrogata. In studio entra Belén Rodriguez e R. non se la vuol perdere, in versione prémaman, più sobria che mai. Senza farfalla, senza intimo in vista. La prossima volta potrebbe perfino evitare di dimenticarsi i pantaloni a casa.

Belén racconta di avere ottenuto più di 150mila “Mi piace” su Facebook, mandando semplicemente un bacio. La conduttrice Daria Bignardi spiega che il suo nome è il più cercato su Google dagli italiani nell’ultimo anno.

Belén sorride, “Ma cosa cercano gli italiani?”, si chiede ridendo. R. ha solo tredici anni e già sa la risposta. La conosce anche il pubblico in studio, che si limita tuttavia ad applaudire.

Una possibile risposta ci viene fornita dalla deputata del Pdl con S.c.t.m.v., titolo del cortometraggio, che potrebbe serenamente diventare uno slogan per la campagna elettorale: Sono come tu mi vuoi.

Lo sa Belén, lo sanno anche gli elettori. E lo sa anche R. Senza la forza di volere altro.

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