16 ottobre 2016 13:11

Un film potrebbe far cambiare idea alle persone sulle mutilazioni genitali femminili. È quanto emerge da uno studio che si è svolto in Sudan.

Sonja Vogt e colleghi hanno prodotto per il pubblico sudanese un film sullo stile delle soap opera. Il film era disponibile in quattro versioni: nella prima non si faceva alcun riferimento alle mutilazioni genitali femminili, mentre nelle altre tre i personaggi, membri di una famiglia allargata, ne discutevano in modo aperto. Ognuno presentava il proprio punto di vista, riguardo alle problematiche morali della pratica e agli effetti sulla possibilità di trovare un marito per la ragazza. Il film si concludeva con la decisione della famiglia di abbandonare la pratica.

Secondo lo studio pubblicato su Nature, la visione del film, soprattutto nella versione in cui venivano affrontati sia i problemi morali sia quelli sociali, portava gli spettatori ad avere un’opinione più favorevole verso le ragazze non sottoposte alla pratica. I ricercatori pensano che il film sia efficace perché agisce sulla diversità di opinioni già esistente all’interno delle comunità. In questo modo diventa più facile cambiare l’orientamento collettivo, in particolare rispetto a una azione di influenza proveniente solo dall’esterno. Tuttavia, lo studio presenta alcuni limiti. Per esempio, le opinioni venivano valutate una settimana dopo la visione del film, lasciando qualche dubbio sulla persistenza dell’effetto.

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