21 novembre 2012 08:00

Oggi, in seduta plenaria, il parlamento europeo si esprimerà sulla nomina del politico maltese Tonio Borg a commissario europeo per la salute e la politica dei consumatori. Borg dovrebbe sostituire il suo connazionale John Dalli, che si è dimesso (o, come sostiene lui, è stato costretto a dimettersi) a metà ottobre, dopo che il suo nome è spuntato in un’inchiesta dell’Olaf, l’ufficio europeo per la lotta anti-frode.

Martedì scorso si è svolta l’audizione di Borg al parlamento europeo (la procedura di nomina di un commissario è spiegata bene qui). Al varco lo aspettava uno schieramento di eurodeputati e attivisti, preoccupati dalle sue posizioni conservatrici sui diritti di donne, Lgbt e migranti. L’impressione generale, al termine dell’audizione, era che Borg fosse molto sicuro di sé. Alle domande scomode ha dato due tipi di risposta:

1) “Quel campo è di competenza degli stati membri”. Borg, per esempio, ammette di essere contrario all’aborto, ma poiché non spetterebbe a lui legiferare sulla materia, possiamo stare tranquilli (anzi tranquille).

2) “Disapprovo qualsiasi forma di discriminazione”. Miracolo! Solo tre anni fa, in un dibattito al parlamento di Malta, dichiarava a nome del suo partito: “Noi tuteliamo solo chi merita di essere tutelato” (escludendo dalla fortunata cerchia le coppie omosessuali).

Borg può contare sul sostegno del Partito popolare europeo (Ppe, principale gruppo politico al parlamento), dell’Ecr (conservatori e riformisti, nato nel 2009 da una costola del Ppe ) e del presidente delle Commissione, José Manuel Barroso (anche lui del Ppe), che ha fretta di mettersi alle spalle lo scandalo Dalli.

L’esito del voto, però, non è scontato. I liberali (Alde, terzo gruppo al parlamento europeo) non sosterranno Borg, Verdi e Gue/Ngl (Sinistra unita) neppure. Saranno determinanti i socialdemocratici (S&D), che fino a ieri apparivano divisi. Una delle voci più critiche è quella dell’eurodeputata svedese Åsa Westlund, che la settimana scorsa segnalava sul suo blog un ritratto dell’aspirante commissario pubblicato da Dagens Nyheter. Il quotidiano svedese ricordava che a Malta Borg ha preso pubblicamente posizione contro l’aborto, il divorzio e le coppie di fatto (omosessuali e non), oltre ad attirarsi le critiche di Amnesty international e del Consiglio d’Europa per il modo in cui, da ministro dell’interno, ha gestito le espulsioni di rifugiati e i centri di detenzione per stranieri. Chi, come me, non parla la lingua di Pippi Calzelunghe, può leggere il comunicato altrettanto lusinghiero dell’organizzazione Catholics for choice.

Dopo l’audizione i socialdemocratici avevano chiesto una rassicurazione scritta a Borg, che ha risposto due giorni fa in una lettera (“…credo fortemente nella dignità di tutti… ribadisco il mio impegno a combattere le discriminazioni…”). Poche parole contro anni di fatti: non sono bastate, e all’interno del gruppo si è continuato a cercare una linea comune. Ieri il capogruppo Hannes Swoboda ammetteva: “È una decisione difficile, perché alcune azioni e dichiarazioni fatte in passato da Borg suscitano dubbi”. Poi in serata, al termine di una riunione del gruppo, è arrivata la notizia: i socialdemocratici non sosterranno la nomina. O, per dirla con Åsa Westlund:

È probabile che non tutti i deputati del gruppo S&D rispettino questa linea (grazie anche al voto segreto). Del resto perfino l’

Intergruppo del parlamento europeo che si occupa di diritti Lgbt, formato da 139 deputati di diversa appartenenza politica, rimane diviso. La lettera di Borg ha tranquillizzato i membri dell’intergruppo sul capitolo Lgbt, ma non su quello della salute e dei diritti sessuali e riproduttivi. Intanto ieri è stato pubblicato un elenco di 93 ong (tra cui cinque italiane) che si oppongono alla nomina di Borg:

Mancano poche ore al voto. Sostenitori e avversari di Borg cercheranno di conquistare gli ultimi indecisi. “I commissari europei non sono semplici tecnocrati. Sono politici e decisori”, ricordava lunedì Sophie in ‘t Veld (Alde). “Per questo le loro posizioni politiche sono importanti”. Avere a Bruxelles ventisette persone che abbiano sempre difeso i diritti di tutti i cittadini europei è chiedere troppo? Tra poco lo sapremo.

Aggiornamento: la nomina di Tonio Borg è stata approvata con 386 voti a favore, 281 contrari e 28 astensioni.

Francesca Spinelli è giornalista e traduttrice. Vive a Bruxelles e collabora con Internazionale. Su Twitter: @ettaspin

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it