22 gennaio 2013 16:51

(Jamie N Commons)

I pronostici nella musica funzionano un po’ come nello sport. Sono fatti per essere smentiti. Incurante del buonsenso, ho deciso di fare una lista degli artisti esordienti che secondo me saranno i protagonisti del 2013. Sono tutti musicisti che nel corso del 2012, o anche prima, hanno pubblicato ep o singoli. E che quest’anno dovrebbero fare il salto con l’album di debutto. Tanti di loro sono stati già segnalati da fonti autorevoli, come la famosa Bbc Sound of. Ci rivediamo a fine anno, per tirare le somme. Nel frattempo, buona lettura e buon ascolto.

Jamie N Commons. Questo ragazzo ha una biografia interessante: nato a Bristol 22 anni fa, si è trasferito a Chicago da bambino. Lì, come racconta lui stesso, ha deciso che voleva diventare come Gregg Allman. Poi se n’è andato a vivere a Londra, per studiare musica all’università Goldsmiths. Forse ha pensato che ispirarsi a Nick Cave non sarebbe stato male. Detto fatto: il suo ep d’esordio, pubblicato nel 2011, è un concentrato di folk e soul gotico come piacerebbe al cantautore di Warracknabeal. La titletrack The preacher, in particolare, è una murder ballad coi fiocchi, che racconta la storia di un prete evangelico che uccide la moglie e la fa a pezzi. Lutto, tragedia, religione. Elementi perfetti per il folk di una volta, e pure per quello di oggi. Aspetto il disco in gloria. Predestinato.

Daughter. I Daughter sono un trio londinese composto da Elena Tonra, Igor Haefeli e Remi Aguilella. Pubblicheranno il loro disco d’esordio If you leave il 19 marzo. Il gruppo è soprattutto la voce di Elena, la cantante. Bella e delicata, adatta alle venature folk pop della band. Come dimostra Landfill, una delle canzoni contenute nell’ep d’esordio His young heart. Oppure Youth, dall’ep The wild youth, uscito per la Communion nel 2011. Attenzione, le canzoni dei Daughter sono soffici e confortevoli, ma è solo apparenza. Dietro questa patina qua e là si nascondono piccole inquietudini. Per non dire paranoie.

Laura Mvula. Laura Mvula fa subito pensare a Erykah Badu. Ma è brava proprio perché riesce a piacerti nonostante questo. Merito forse delle influenze classicheggianti, del suo tentativo di rifarsi anche a cantanti classiche come Nina Simone. O dell’uso dei cori che c’è nel suo singolo She. Anche lei è inglese, viene da Londra. Anche il suo disco uscirà a marzo.

Chvrches. Scozia, terra piccola ma sempre fertile. Stavolta ci regala i Chvrches, band di Glasgow. Dentro di me, sono convinto che il 2013 sarà un anno importante per i gruppi che fanno pop a base di sintetizzatori e campionatori. E il gruppo guidato dalla fragile Lauren Mayberry è un’ulteriore motivo per pensarla così. Il primo singolo Lies era più cupo, la nuova The mother we share decisamente più solare. A me piacciono tutte e due. Album non ancora annunciato, ma arriverà entro la fine dell’anno.

Night beds. Nel 2011 Winston Yellen, ventitreenne di Colorado Springs, ha affittato una vecchia casa a Hendersonville, vicino a Nashville. In passato in quel posto avevano vissuto Johnny Cash e June Carter. Il debutto discografico della sua creatura musicale, che si chiama Night beds, è stato registrato lì. Si intitola Country sleep e arriverà nei negozi a febbraio, pubblicato dalla Rough Trade. A giudicare dalle prime tracce diffuse sarà un bel concentrato di Americana. Folk rustico, ricco di orchestrazioni e di quel senso perenne di tragedia che si sentiva nell’esordio di Bon Iver, o nelle canzoni dei Fleet Foxes. Per amanti del genere, sicuramente. Ma non solo.

King Krule. Questo ragazzo ha solo diciott’anni, eppure ha già l’aria del crooner. Dell’uomo che ne ha passate così tante che si può permettere di bofonchiare le parole, invece che di scandirle. Rubacchia qua e là con furbizia dal punk dei Clash, da gente come XX, Gil Scott Heron, dalla scena elettronica britannica di questi anni e perfino dal reggae. E scrive canzoni che, nonostante la loro aria svagata, ti prendono allo stomaco. Disco ancora non annuciato, un paio di ottimi ep pubblicati finora.

AlunaGeorge. Ancora perfida Albione. Pop elettronico. Gli Aluna George sono una coppia. Lei, Francis, ha tutta l’aria di essere pronta a diventare una star. Mentre Reid, come ha scritto Alexis Petridis sul Guardian, sembra più un produttore che un musicista. La loro chimica sembra funzionare però, come dimostra Your drums, your love. Disco in arrivo a giugno.

Splashh. Diciamolo subito, con gli australiani Splassh non c’è niente di nuovo all’orizzonte. Un po’ surf un po’ garage, tanta nostaglia e vocina sboccata che ha un lontano retrogusto di britpop anni novanta, alla Brett Anderson e alla Liam Gallagher per capirci. Già sentiti, ma un po’ di sano rock’n’roll non fa mai male.

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