07 luglio 2016 12:37

“Quando siamo andati via di casa non abbiamo portato via niente. Non abbiamo preso neanche i vestiti. Ho preso mio figlio in braccio, mio marito ha preso la bambina. Da quando siamo andati via dalla Siria non sappiamo nulla della nostra casa”.

Fatima Abdulwahed e i suoi due figli sono tra i 272 profughi, per la maggioranza siriani, che sono arrivati in Italia grazie ai cosiddetti corridoi umanitari. Frutto della collaborazione tra la Comunità di sant’Egidio e il progetto Mediterranean hope della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, questo canale sicuro prevede la concessione di mille visti di ingresso per il periodo 2016-2017 ad altrettanti richiedenti asilo identificati come “soggetti vulnerabili” in Libano (principalmente siriani), Etiopia (eritrei) e Marocco (provenienti dall’Africa subsahariana). L’accoglienza e il successivo percorso d’integrazione in Italia sono garantiti dai promotori e finanziati attraverso l’8 per mille dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi e da fondi della Comunità di sant’Egidio.

Il reportage di Stefano Liberti e Mario Poeta.

Ultima puntata della serie Welcome to Italy, un viaggio in cinque video sull’accoglienza dei migranti che arrivano nel nostro paese.