L’ultimo fine settimana è stato particolarmente intenso per quanto riguarda la crisi dei migranti nel Mediterraneo centrale: più di tremila persone soccorse nel giro di pochi giorni. Due nuovi naufragi sono avvenuti venerdì 7 aprile e sabato 8 aprile 2023 al largo della Tunisia. Nel primo, secondo le autorità tunisine, sono stati coinvolti 37 migranti provenienti dall’Africa subsahariana che avevano “lasciato la costa a nord di Sfax su due barconi quando uno è naufragato venerdì pomeriggio”. Venti di loro sono dispersi e solo “diciassette che erano sulla seconda barca” sono stati soccorsi.

Un altro naufragio è avvenuto l’8 aprile, in mattinata, sempre nella stessa zona: “Quattro corpi sono stati recuperati su una spiaggia a nord di Sfax, tre persone risultano disperse e 36 sono state soccorse” per questo incidente avvenuto “più vicino alla costa” di quella del giorno prima.

Infine c’è stato un altro naufragio tra l’8 e il 9 aprile, al largo di Lampedusa, in zona di ricerca e soccorso maltese. Lo sappiamo grazie alla testimonianza della Nadir, una nave umanitaria gestita dall’ong ResQship, l’unica nave della flotta civile attiva in queste ore nel Mediterraneo. La Humanity 1, infatti, è partita da Burriana, in Spagna, ed è arrivata il 12 aprile al largo della Sicilia. Quando la Nadir ha raggiunto l’imbarcazione in difficoltà, i naufraghi erano già tutti in acqua. Almeno 23 persone sono morte nel naufragio, su cui la procura di Agrigento ha aperto un’indagine. La nave umanitaria ha soccorso ventidue persone, che sono state portate a Lampedusa, e ha recuperato due cadaveri. Nelle ore precedenti, il 9 aprile, la nave Nadir aveva assistito duecento persone in diverse operazioni portate a termine dalla guardia costiera italiana.

Nel fine settimana di Pasqua circa 1.700 migranti sono sbarcati a Lampedusa, nella gran parte dei casi in maniera autonoma. L’8 aprile sono stati registrati 17 sbarchi, per un totale di circa settecento persone mentre a partire dalla mezzanotte del giorno di Pasqua le piccole imbarcazioni approdate sull’isola sono state 26, per un totale di quasi mille migranti. Trentasei di loro, fra cui otto donne e un minore, sono stati soccorsi, durante la notte dalla guardia costiera.

Quattrocento persone alla deriva

La guardia costiera italiana ha diramato un comunicato stampa il 10 aprile in cui ha dichiarato di avere soccorso circa duemila persone nel weekend sia al largo di Lampedusa sia nel mare Ionio. Inoltre ha detto di essere impegnata in due soccorsi difficili l’11 aprile: con la nave Peluso in sostegno di un peschereccio con a bordo 800 persone, 120 miglia a sudest di Siracusa; e con la nave Diciotti in aiuto di un altro peschereccio con quattrocento persone a bordo, segnalato dall’ong Alarmphone, 170 miglia a sudest di Capo Passero, in Sicilia.

“La nave ha esaurito il carburante e ha imbarcato acqua. Diversi passeggeri, tra cui un bambino, una donna incinta e un disabile, necessitano di cure mediche”, ha scritto Alarmphone in un tweet. “Tre persone in preda al panico sono saltate fuori bordo e altre due hanno perso conoscenza”, ha aggiunto l’organizzazione, che in un primo momento ha accusato la guardia costiera italiana di avere operato i soccorsi in ritardo, ma ha poi chiarito che probabilmente il maltempo ha causato il rallentamento degli interventi.

Il peschereccio con quattrocento persone era partito da Tobruk, in Libia, ed è stato in mare per cinque giorni. Gli interventi dei soccorritori sono stati ostacolati dalle condizioni del meteo con onde alte e venti forti. Diversi mercantili hanno aiutato la guardia costiera italiana, scortando le imbarcazioni in difficoltà. Secondo i dati del ministero dell’interno, in Italia dall’inizio di gennaio fino al 7 aprile sono sbarcate 28.285 persone e i morti in mare sono stati più di cinquecento (dati Oim).

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