Il tempio di Valadier a Genga (Ancona), giugno 2019. (Luca Lorenzelli, EyeEm/Getty)

Le persone che hanno un cane sono di due tipi: c’è chi se lo porta in vacanza e chi no; chi trova soluzioni per lasciarlo a casa e chi preferisce godersi la tranquillità senza dover pensare per una volta all’animale. Le persone che vanno in viaggio con il cane negli ultimi anni sono aumentate, anche perché è sempre più facile trovare strutture ricettive che li accettano.

Ma ci sono regioni più accoglienti e altre meno: per quanto riguarda gli spazi aperti come le spiagge e i parchi, le regole dipendono infatti da ordinanze regionali o perfino comunali. La Liguria, per esempio, non è generalmente tollerante con i cani, forse anche per la conformazione delle sue spiagge, mentre in Toscana ma anche in Umbria, Abruzzo e Marche è decisamente più semplice.

Il nostro viaggio in compagnia del cane comincia nella parte interna delle Alte Marche, quella più nascosta, in un entroterra ricco di natura selvaggia e meraviglie architettoniche.

Dopo aver lasciato la strada provinciale che collega Roma e Ancona, e aver svoltato verso Genga, basta percorrere qualche chilometro per sentirsi già distante anni luce dalla civiltà. Se il vostro cane, come il mio, soffre l’auto, conviene andare piano e godersi il panorama. La strada gira tra i tagli vertiginosi delle montagne, mentre s’intravedono a fondovalle frammenti di fiumi azzurri.

Siamo entrati nell’area protetta del parco naturale regionale della gola della Rossa e di Frasassi, una zona poco conosciuta se non per le famose grotte, tappa obbligata di questo itinerario. Prima di visitarle, tuttavia, conviene fare una piccola deviazione e salire a piedi fino al tempio di Valadier. L’auto si lascia alle pendici della salita, proprio sopra il fiume Sentino, dove d’estate si può fare il bagno nelle pozze di acqua gelida e pulitissima (e in cui, andando la mattina presto o la sera o in giornate infrasettimanali, si può lasciare libero il cane per fargli fare una nuotata).

A questo punto si sale a piedi per circa 700 metri, che d’inverno sembrano molti di più, perché le pareti delle montagne sono così irte che sulla strada lastricata non batte quasi mai il sole e spesso quindi è coperta di ghiaccio. Al vostro cane tuttavia interesserà ben poco, lui o lei se la caverà meglio degli umani che invece devono essere provvisti di buone scarpe da trekking. La fatica comunque sarà presto ripagata dalla magia imprevedibile di questo luogo: il tempio ottagonale costruito nel 1828 e dedicato al papa Leone XII è letteralmente incastonato in un’enorme grotta, il tutto a picco sulla gola.

Nella cavità a fianco al tempietto c’è l’eremo di Santa Maria infra saxa, una minuscola chiesina il cui interno è in parte scavato nella roccia viva. Le prime testimonianze scritte dell’eremo risalgono al 1029 e parlano di un monastero di clausura abitato da monache benedettine. Oggi resta un luogo di pace e spiritualità molto potente anche per i non credenti e i vostri animali si godranno la tranquillità del luogo.

L’antico ponte romano

Tornando sul tragitto verso le grotte di Frasassi si passa dal piccolo agglomerato di San Vittore dove, seminascosta dalle poche abitazioni e da un brutto complesso alberghiero termale degli anni sessanta, c’è un gioiello purissimo di epoca romanica. L’abbazia di San Vittore alle Chiuse ha un’aria quasi nordica e, infatti, l’essenziale struttura a croce greca è misteriosamente simile ad alcune chiese della Normandia o della Germania.

Se è una bella giornata qui si possono fare due passi sull’antico ponte romano e bere un caffè nell’unico bar presente, Da Evasio, che ha anche dei tavolini sul retro, su un terrazzino tanto pericolante quanto bello, abbarbicato sul fiume. Ma fatelo a vostro rischio e pericolo, soprattutto del vostro cane, dato che all’interno del bar c’è un enorme gatto che dorme perennemente in una cesta, sotto a un cartello che non lascia dubbi: “Non disturbare il gatto che dorme”.

Per visitare i vari percorsi delle grotte di Frasassi, tutti ugualmente spettacolari, ci vuole almeno un’ora e mezza. Il complesso è formato da una serie di grandiose cavità carsiche sotterranee, a volte enormi, come l’Abisso Ancona. Questa grotta è talmente ampia – oltre due milioni di metri cubi di volume – che al suo interno potrebbe essere contenuto il Duomo di Milano. I cani di piccola taglia possono essere portati in un trasportino o in braccio, mentre quelli più grandi non sono ammessi, ma possono essere lasciati in un dog parking di tutto rispetto all’ingresso.

Il Sentiero dell’aquila

Per pranzo ci si sposta di poco, nel romantico borgo di Pierosara, al ristorante Da Maria. Si dice che Pierosara si chiami così per via di due innamorati sfortunati, Piero e Sara, che qui vissero le loro sventure. Noi ci limitiamo a mangiare le famose tagliatelle al cinghiale e un piatto di lumache in umido.

A Pierosara si arriva anche attraverso un cammino chiamato il Sentiero dell’aquila, un percorso ad anello di circa sette chilometri, con un dislivello massimo di 300 metri. Se la salute di un territorio si misura dalla sua fauna, il parco se la passa benissimo con 105 specie nidificanti tra cui l’aquila reale, l’astore, il falco lanario e il falco pellegrino.

Il giorno seguente, dalla provincia di Ancona ci si sposta in quella più settentrionale di Pesaro e Urbino, tagliando in orizzontale la regione e percorrendo una strada provinciale molto amata dai motociclisti: il paesaggio qui si fa dolce e collinare, nelle stagioni invernali prende i toni dell’amaranto e del verde scuro, mentre d’estate prevale il giallo dei girasoli.

A metà strada tra la Marca Anconetana e quella di Urbino si può fare una breve deviazione per Fossombrone e fermarsi all’osteria Zanchetti, che si trova in una delle antiche abitazioni che ospitavano i viandanti della via Flaminia lungo il fiume Metauro. Si tratta di un’osteria a suo modo raffinata, che propone piatti della tradizione rivisitati dallo chef e patron Luca Zanchetti. I cani sono ammessi, naturalmente al guinzaglio.

In alternativa si può deviare per Piobbico, in particolare per il minuscolo borgo di Bacciardi, che ha solo sette abitanti. Qui si lascia l’auto, si cammina qualche minuto e si arriva da Slowcanda, un piccolo e delizioso agriturismo con pochissimi tavoli a sedere ma dove vale la pena pranzare e possibilmente anche dormire. I cani qui sono davvero benvenuti. Nelle camere si possono portare quelli di piccola taglia, mentre per i grandi c’è la possibilità di farli dormire in una stalletta di fianco all’agriturismo.

La tappa finale del viaggio è Urbino, uno dei centri più importanti del rinascimento italiano e oggi patrimonio dell’Unesco. Urbino è maestosamente bella e, nonostante abbia solo 15mila abitanti (ma tantissimi studenti universitari), ha la struttura e i palazzi della grande città.

L’imponente palazzo Ducale è stato costruito nella seconda metà del quindicesimo secolo da Federico da Montefeltro e ospita la Galleria nazionale, il museo più importante della regione con opere di Tiziano, Piero della Francesca e Raffaello. I cani qui non possono entrare, ma quelli di piccola taglia almeno sono ammessi nella Casa Raffaello, l’antica abitazione dove il giovane pittore iniziò a dipingere e che custodisce ancora oggi alcune sue opere.

Tuttavia il vostro cane sarà veramente felice di andare alla fortezza Albornoz, con una passeggiata tutta in salita, ma relativamente breve. La fortezza è all’interno del Parco della resistenza, normalmente popolato di studenti, che però nel weekend o nella stagione estiva si diradano. Qui i cani potranno godersi la libertà, mentre i padroni si godono un panorama fiabesco a 360 gradi.

Dove dormire

Agriturismo e centro benessere Frescina
Accogliente villaggio immerso nel verde a Cagli, quasi a metà strada tra un campeggio e una spa, Frescina è un posto ideale per i cani, sia nella stagione estiva che in quella invernale, In particolare le villette permettono un soggiorno più libero e autonomo.

Slowcanda
Agriturismo e trattoria a Piobbico con pochi posti a sedere. Cucina creativa e ingredienti autoprodotti, compreso il pane, i formaggi e gli yogurt.

Country house Ca’ Balsomino
A quattro chilometri dal centro di Urbino, questo casale ristrutturato offre la pace delle colline per i padroni e grandi spazi aperti per i loro cani.


Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it