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18.40, chiesa di Santa Maria del suffragio, piazza Duomo. (Antonio Di Cecco per Internazionale)
18.51, corso Vittorio Emanuele. (Antonio Di Cecco per Internazionale)
20.37, corso Vittorio Emanuele. (Antonio Di Cecco per Internazionale)
20.48, un cantiere vicino a piazza Santa Maria Paganica. (Antonio Di Cecco per Internazionale)
20.50, piazza Santa Maria Paganica. (Antonio Di Cecco per Internazionale)
21.06, corso Vittorio Emanuele. (Antonio Di Cecco per Internazionale)
21.55, piazza Duomo. (Antonio Di Cecco per Internazionale)
22.50, via Falco. (Antonio Di Cecco per Internazionale)
23.40, piazza Nove Martiri. (Antonio Di Cecco per Internazionale)
23.45, Largo Silvestro dell’Aquila. (Antonio Di Cecco per Internazionale)
00.16, basilica di San Bernardino. (Antonio Di Cecco per Internazionale)

Una serata all’Aquila

Per la copertina del numero 1358 di Internazionale, 24 ore in Italia, l’8 maggio quaranta giornalisti, scrittrici e fotografi hanno incontrato decine di persone, dal Friuli-Venezia Giulia alla Sicilia, per raccontare paure, difficoltà e speranze nella prima settimana della fase due, dopo la fine dell’isolamento.

Antonio Di Cecco ha fotografato L’Aquila dalle 18 a mezzanotte. “Sono andato subito nei vicoli intorno alla piazza principale. Gli spazi della socialità, che abbiamo faticosamente riconquistato in questi ultimi dieci anni, brulicavano di voci”, racconta. Mano a mano che si avvicinava l’ora del tramonto le strade si facevano più silenziose e il fotografo si è soffermato sulle facciate dei palazzi e i teli di protezione usati nei cantieri.

“Quando era ormai buio, dal suo balcone una signora anziana mi ha chiesto cosa succedeva fuori. Mi ha detto che da due mesi non usciva di casa. Quando le ho risposto che c’era gente che passeggiava, ci ha tenuto a farmi notare che io e lei eravamo alla giusta distanza e quindi potevamo continuare a chiacchierare”.

Dopo averla salutata, Di Cecco ha ricominciato ad attraversare vicoli bui, piazzette con edifici puntellati e auto parcheggiate sotto le finestre illuminate. Il silenzio veniva interrotto solo da qualche passo ogni tanto. A mezzanotte è arrivato a piazza Nove martiri: “Non mi aspettavo di trovare qualcuno. Sotto la luce dei nuovi lampioni c’era un gruppo di amici. Ho pensato al passato e al futuro di questo e di molti altri luoghi della città”.

Poi è arrivato alla basilica di San Bernardino: “Ho sentito la voce di un ragazzo seduto sul sagrato. Ho pensato che fosse al telefono con la sua ragazza. Mentre componevo l’inquadratura ho immaginato il giorno in cui si potranno incontrare di nuovo. Ho sorriso e sono tornato verso casa”.

L’articolo di copertina si può leggere anche sul sito, con foto, video e audio.

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