Likud

La paralisi di Israele

Il risultato delle elezioni israeliane è ancora incerto, e serviranno ventiquattro o trentasei ore per capire chi governerà con chi a Gerusalemme. Per il momento l’unica certezza è che nei tre giorni prima dello scrutinio Benjamin Netanyahu ha realizzato una grande rimonta con il suo Likud. Tutti i sondaggi avevano dato la formazione di destra dietro l’Unione sionista, il fronte costituito dalla sinistra laburista e dai centristi, ma alla fine il Likud ha staccato nettamente l’avversario. Leggi

Il Likud ha vinto le elezioni in Israele

Il Likud, il partito di destra del premier Benjamin Netanyahu, ha vinto le elezioni israeliane. Con il 99 per cento dei voti scrutinati, il Likud ha raccolto 29 seggi, contro i 24 seggi del partito di centrosinistra Unione sionista, una lista congiunta composta dal Partito laburista e da Hatnuah.

La Lista araba unita, formata dai partiti arabi Ual-Ta’al e Balad e dal partito arabo ebraico Hadash, è diventata la terza forza politica del paese, raccogliendo 14 seggi.

È un risultato a sorpresa rispetto agli exit poll, che indicavano un testa a testa tra il Likud e l’Unione sionista. Se i dati fossero confermati, si andrebbe verso un nuovo governo di coalizione guidato da Benjamin Netanyahu, che avrà quindi bisogno di allearsi con altri partiti per governare. Ha’aretz, Bbc

Sei cose da sapere  sulle elezioni in Israele

Le elezioni legislative si svolgeranno in Israele il 17 marzo. Gli elettori dovranno rinnovare i 120 membri della Knesset, il parlamento unicamerale. Dalle prime elezioni nel paese, nel 1949, nessun partito ha mai avuto la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento. Sei cose da sapere sulle elezioni anticipate nel paese.

1. Quando si vota?
Si voterà il 17 marzo. I seggi chiuderanno alle 22 (le 21 in Italia) e i tre più importanti canali televisivi israeliani pubblicheranno gli exit poll e le proiezioni, e seguiranno lo spoglio in diretta.

2. Chi è in testa nei sondaggi?
I sondaggi danno un testa a testa tra il Likud, il partito conservatore del premier uscente Benjamin Netanyahu, e l’Unione sionista, la coalizione di centrosinistra guidata da Isaac Herzog e Tzipi Livni. Se bisognerà formare una coalizione di governo è più probabile che i partiti minori si alleeranno con il Likud.

3. Come si forma il governo?
Dopo il voto, il presidente israeliano Reuven Rivlin consulterà i leader dei principali partiti che indicheranno il candidato con più possibilità di formare una coalizione di governo (non sarà necessariamente il leader del partito che ha ricevuto più voti). Il premier incaricato dal presidente avrà 42 giorni di tempo per formare un governo.

4. Cosa promette il premier uscente Benjamin Netanyahu?
Netanyahu è stato tre volte premier e i suoi mandati sono stati caratterizzati da una forte opposizione ai negoziati sul nucleare iraniano e dai piani per la costruzione di nuovi insediamenti nei Territori palestinesi occupati. Sul fronte interno Netanyahu ha promosso le privatizzazioni, la rottura dei monopoli e il risanamento dei conti pubblici.

5. Cosa promette l’Unione sionista?
L’Unione sionista ha smesso di insistere sul congelamento degli insediamenti perché i sondaggi hanno mostrato che non è un argomento di campagna elettorale caro agli elettori. Gli oppositori di Netanyahu e del Likud si sono concentrati sull’economia e sulle riforme, promettendo un’espansione della spesa pubblica, in particolare nei settori della salute e della scuola.

6. Quali sono le possibili sorprese di queste elezioni?
I partiti che rappresentano la minoranza araboisraeliana si presentano insieme per la prima volta e aspirano a conquistare 13 seggi. Se così fosse, sarebbero la terza forza del paese. Yesh Atid, il partito di centro fondato nel 2012 dal presentatore televisivo Yair Lapid, potrebbe ottenere 12 o 13 seggi, meno dei 19 ottenuti alle elezioni del 2013. Lapid potrà comunque essere l’ago della bilancia. L’ex ministro delle comunicazioni Moshe Kahlon ha formato un partito di centrodestra che secondo i sondaggi potrebbe ottenere dieci seggi e partecipare a un governo di coalizione con entrambi i partiti maggiori, con il Likud o anche con l’Unione sionista.

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