Yarmuk

Le macerie di Yarmuk

Un video amatoriale pubblicato dalla Reuters, che non può verificarne l’autenticità, mostra le rovine del campo profughi palestinese di Yarmuk, attaccato dai jihadisti dello Stato islamico il 1 aprile. L’esercito siriano ha circondato il campo e all’interno sono in corso i combattimenti tra i jihadisti e le milizie ribelli. Leggi

Palestinesi in trappola 

Il campo profughi di Yarmuk, vicino a Damasco, stretto tra i jihadisti del gruppo Stato islamico e le forze armate di Damasco.

Peggiorano le condizioni del campo profughi palestinese a Damasco

Il campo profughi palestinese di Yarmuk, occupato quasi completamente dai jihadisti dello Stato islamico, continua a subire i bombardamenti dell’aviazione siriana ed è al centro degli scontri armati tra le diverse fazioni. Secondo le Nazioni unite gli abitanti del campo, che si trova a sud di Damasco e ospita ancora 18mila siriani e palestinesi, vivono ormai in condizioni “più che disumane”.

Da quando sono i cominciati i combattimenti la settimana scorsa, l’Onu non è più riuscito a inviare cibo e scorte. Secondo Chris Gunness, portavoce dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione (Unrwa) nel campo “non c’è cibo, non c’è acqua e ci sono pochissime medicine”.

Trasferiti duemila palestinesi dal campo profughi di Yarmuk in Siria

Il campo profughi palestinese di Yarmuk, a sud di Damasco, è stato parzialmente evacuato per portare in salvo quasi quattrocento famiglie, per un totale di duemila persone, dopo l’avanzata dei jihadisti dello Stato islamico. Lo ha dichiarato un responsabile dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina a Damasco. Le famiglie sono state trasferite nel quartiere di Zahira, controllato dall’esercito siriano.

Il 1 aprile i combattenti del gruppo avevano preso d’assalto il campo profughi, dove vivono ancora 18mila siriani e palestinesi, e ora ne controllano il 90 per cento del territorio. Afp

Lo Stato islamico controlla il 90 per cento di Yarmuk, secondo una ong

L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha reso noto che dopo tre giorni di combattimenti, i jihadisti dello Stato islamico hanno preso il controllo del 90 per cento del campo profughi palestinese di Yarmuk, alla periferia di Damasco. Le Nazioni Unite hanno espresso una forte preoccupazione riguardo alla sicurezza e alla protezione dei 18mila siriani e palestinesi che ancora abitano nel campo.

“La situazione a Yarmuk è un affronto all’umanità e a tutti noi, un motivo di vergogna universale”, ha detto Chris Gunness, portavoce dell’Agenzia dell’Onu che si occupa dei profughi palestinesi (Unrwa). “Yarmuk è un test, una sfida alla comunità internazionale. Non dobbiamo fallire. È in ballo la credibilità stessa del sistema internazionale”, ha detto ancora Gunness. Reuters

Cos’è Yarmuk, il campo profughi conquistato dal gruppo Stato islamico in Siria

Funzionari e attivisti palestinesi hanno annunciato che i jihadisti del gruppo Stato islamico sono entrati nel campo profughi di Yarmuk, in Siria. Sono in corso scontri tra i combattenti del gruppo e le milizie presenti nel campo. Ecco una breve storia di uno dei campi profughi più importanti del Medio Oriente. Leggi

Lo Stato islamico controlla gran parte del campo profughi palestinese di Yarmuk, in Siria

I jihadisti dello Stato islamico hanno preso il controllo della maggior parte del campo profughi palestinese di Yarmuk, a sud di Damasco. Lo ha annunciato il direttore degli affari politici dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp). Secondo Anouar Abdel Hadi, in mattinata i combattenti del gruppo hanno preso d’assalto il campo e all’interno proseguono gli scontri. La notizia è stata confermata dall’Osservatorio siriano per i diritti umani. I jihadisti si sarebbero infiltrati passando dalla zona controllata dai ribelli attigua al campo e si sarebbero scontrati con i combattenti di un gruppo armato palestinese ostile al regime di Bashar al Assad.

Quello di Yarmuk è il più grande campo palestinese in Siria. Prima del del conflitto vi abitavano 160mila persone; quattro anni dopo ne sono rimaste 18mila. Afp

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