01 aprile 2015 19:12
Gli abitanti del campo profughi di Yarmuk, a Damasco, fanno la fila per ricevere gli aiuti umanitari, il 31 gennaio 2014. (Unrwa/Reuters/Contrasto)

Funzionari e attivisti palestinesi hanno annunciato che i jihadisti del gruppo Stato islamico sono entrati nel campo profughi di Yarmuk, in Siria. Sono in corso scontri tra i combattenti del gruppo e le milizie presenti nel campo. Ecco una breve storia di uno dei campi profughi più importanti del Medio Oriente.

  • Il campo profughi di Yarmuk si trova otto chilometri a sud del centro di Damasco. È considerato la capitale della diaspora palestinese.
  • Fu fondato dalle autorità siriane nel 1957 come campo non ufficiale per ospitare i palestinesi che erano stati costretti ad abbandonare le loro case in seguito alla creazione dello stato di Israele nel 1948. In pochi anni divenne uno dei campi più grandi del Medio Oriente, e uno dei distretti più popolosi e importanti della capitale siriana. Prima dell’inizio del conflitto in Siria, nel marzo del 2011, ospitava 150mila persone, tra cui molti siriani.
  • È gestito dal ministero siriano degli affari sociali e del lavoro, ma è l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (Unrwa) a occuparsi dei servizi legati alla sanità e all’istruzione. Una legge approvata dal governo di Damasco nel 1956 garantisce ai rifugiati palestinesi gli stessi diritti dei cittadini siriani, favorendo la loro occupazione e lasciandogli piena libertà di movimento.
  • Negli anni sessanta e settanta, molti palestinesi di Yarmuk parteciparono alla resistenza contro l’occupazione israeliana in Palestina, unendosi a gruppi come Al Fatah e il Fronte popolare per la liberazione della Palestina. In centinaia morirono negli scontri con le forze israeliane.
  • Negli anni ottanta il presidente siriano Hafez al Assad cominciò ad inasprire la repressione su Yarmuk, considerata una roccaforte dell’opposizione. Dopo aver bandito dal paese il leader dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) Yasser Arafat, arrestò migliaia di suoi sostenitori.
  • Man mano che s’inasprivano i rapporti tra l’Olp e il governo siriano, i gruppi militanti Hamas e Jihad islamica hanno cominciato a riempire il vuoto politico all’interno del campo e a fare proseliti tra i giovani.
  • Il leader politico di Hamas, Khaled Meshaal, ha vissuto a Yarmuk fino al febbraio del 2012, quando si è trasferito in Qatar dopo essersi rifiutato di sostenere Bashar al Assad. A quel punto le leadership dei movimenti islamici hanno dichiarato il loro sostegno all’opposizione siriana.
  • Il campo profughi è stato trascinato nella guerra in Siria nel dicembre del 2012 quando l’Esercito siriano libero (Esl) e il Fronte al nusra, il gruppo affiliato ad Al Qaeda, hanno deciso di lanciare un attacco per conquistare Damasco facendo base a Yarmuk, considerato una porta d’accesso alla capitale. Il 16 dicembre l’aviazione siriana ha bombardato il campo, uccidendo decine di civili. I combattenti dell’Esl e di Al nusra ne hanno approfittato per entrare nel campo, innescando la risposta armata dell’esercito governativo. Centinaia di persone sono fuggite a Damasco, o hanno raggiunto il Libano e la Giordania. A Yarmuk sono rimaste circa 18mila persone.
  • Anche se il tentativo dei ribelli di conquistare Damasco è fallito, finora Yarmuk è rimasto in gran parte sotto il loro controllo. Il governo di Assad ha reagito mettendo sotto assedio l’intera zona. Nel luglio del 2013 l’assedio è diventato quasi totale e gli abitanti si sono ritrovati senza cibo, acqua e beni di prima necessità. All’interno del campo sono scoppiati gli scontri tra l’Esl e Al nusra, che aveva cercato di imporre la sharia, la legge islamica.
  • Nel corso del 2014 le parti hanno concesso dei permessi temporanei alle agenzie umanitarie per distribuire aiuti, ma l’Unrwa non è stata ancora in grado di fare una valutazione complessiva della situazione dentro il campo. Oggi le 28 scuole che si trovavano a Yarmuk sono tutte chiuse. Elettricità e acqua corrente mancano da mesi.
  • L’ultimo tentativo di raggiungere un cessate il fuoco per mettere fine all’assedio è stato nel giugno del 2014, quando i rappresentati dei gruppi armati e della società civile hanno firmato un accordo con il governo di Assad, che prevedeva l’allontanamento delle fazioni armate dal campo in seguito alla creazione di una nuova forza di sicurezza. L’accordo non è mai stato applicato.
  • Da quando il gruppo Stato islamico ha proclamato la nascita del califfato nel giugno del 2014, l’influenza dei jihadisti è diventata sempre più forte anche all’interno di Yarmuk. Il gruppo ha preso il controllo di diverse aree attorno al campo. Negli ultimi mesi un numero crescente di combattenti di Al nusra ha giurato fedeltà allo Stato islamico, minacciando di uccidere chiunque si fosse schierato a favore di un accordo per il cessate il fuoco.

Guardian, Bbc

Il video della Reuters


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