30 settembre 2015 17:22
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Asif Mohiuddin è un blogger e vive in Bangladesh, dove quest’anno tre suoi colleghi sono stati uccisi perché erano atei.

Come sta reagendo il paese alle aggressioni dei fondamentalisti?
I blogger che conosco sono in preda al panico. Alcuni hanno smesso di scrivere e altri si nascondono. Altri ancora vogliono lasciare il paese. Ci sono stati nove omicidi dal 2013. Anche io sono stato aggredito.

Quali misure ha preso il governo per mettere fine a queste aggressioni?
Secondo me il governo sostiene i fondamentalisti. Forse non se ne cura, oppure li teme, non saprei. Ma i nostri politici non fanno niente perché non vogliono essere ritenuti sostenitori dei pensatori laici. Vogliono mostrarsi molto religiosi ed è per questo che i fondamentalisti non hanno nessuna remora a uccidere i blogger.

I fondamentalisti hanno il sostegno della gente comune?
No. In molti paesi islamici la gente non appoggia i fondamentalisti che vogliono punire con la morte chi critica l’islam o il profeta Maometto.

Come mai queste aggressioni avvengono in pubblico, per strada? Dov’è la polizia?
Succede tutto molto rapidamente. Quando hanno attaccato me, è durato meno di trenta secondi, ma sono stato ferito gravemente. E la moglie di Avijit Roy, ucciso a febbraio, mi ha detto che l’aggressione nei loro confronti è durata meno di un minuto. Questi assassini, di solito appartenenti al gruppo islamista Ansar-ul-Bangla, un gruppo legato ad Al Qaeda, operano attraverso le cosiddette “cellule dormienti”. In Bangladesh gli imam di molte moschee appartengono ad Ansar-ul-Bangla, ma gli uomini che commettono gli omicidi non sanno nulla di Al Qaeda. Una volta ho chiesto a un investigatore della polizia perché non avessero arrestato nessuno per l’omicidio di Avijit Roy. Mi ha detto che questo è il modo in cui gli atei devono morire. u –Deutsche Welle

Asif Mohiuddin è un blogger bangladese. Sarà al festival di Internazionale a Ferrara il 2 ottobre per ricevere il premio giornalistico Anna Politkovskaja. Guarda il programma.

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