10 aprile 2015 08:52

Giovedì il capo del governo italiano si trovava a Malta, stato insulare del Mediterraneo e membro dell’Unione europea alle prese, tanto quanto l’Italia, con il problema delle imbarcazioni cariche di profughi in fuga dalle guerre e dalla miseria del mondo arabo.

“Bisogna affrontare il problema alla radice”, ha dichiarato Matteo Renzi spiegando che l’Unione, tutta l’Unione, deve reagire all’anarchia in cui è sprofondata la Libia, perché è dalle sue coste che gli scafisti organizzano a peso d’oro gran parte delle partenze verso l’Europa. “Senza pace in Libia l’immigrazione continuerà”, ha aggiunto il presidente del consiglio italiano sottolineando che se l’Unione resterà immobile assisteremo a un fallimento delle sue istituzioni, perché l’Europa unita non deve commettere l’errore di considerare il Mediterraneo solo un problema dei paesi che vi si affacciano.

Renzi ha ragione, ma cosa può fare l’Unione? Evidentemente potrebbe pensare di intervenire in Libia, intimando alle parti in conflitto di trovare un compromesso altrimenti sarà l’Europa a mettere ordine nel paese, magari al fianco dell’Egitto, preoccupato dal caos alle sue frontiere.

Prima potenza economica del mondo al pari degli Stati Uniti, l’Unione europea avrebbe tutti i mezzi per non restare a braccia incrociate, ma il problema è che non dispone degli strumenti necessari a esprimere la sua potenza.

L’Unione non ha un esercito e non ha una difesa comune. Inoltre, fatta eccezione per la Francia e il Regno Unito, i paesi che la compongono non possono contare su un vero esercito. La Francia è però al limite delle sue capacità d’intervento, mentre il Regno Unito si è tirato indietro da ogni ipotesi di intervento perché scottato dalla partecipazione all’avventura irachena di George W. Bush.

L’Unione dovrebbe intervenire in Libia o quantomeno minacciare di farlo, ma purtroppo non ne ha i mezzi perché non ha mai voluto dotarsene. L’Europa unita non ha nemmeno una politica estera propria. Ha una ministra degli esteri (adesso è un’italiana), ma non ha una diplomazia comune, perché per costruirla avrebbe bisogno di un governo comune nato da un suffragio universale.

Diversamente da ciò che sostiene Matteo Renzi, la crisi libica non sta evidenziando un fallimento delle istituzioni europee, ma la loro drammatica inadeguatezza rispetto a una nuova epoca in cui l’Europa ha scoperto che l’ombrello americano è bucato e deve affrontare le ambizioni imperialiste di Putin a est e una preoccupante instabilità a sud. L’Europa ha bisogno di accelerare, perché ormai ne va della sua sicurezza. Il problema è che in tutto il continente gli euroscettici hanno il vento in poppa.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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