04 ottobre 2016 17:28

Trump è biondo oro come il suo grattacielo. Trump è molto bianco. Trump, di fatto, ha smesso assai malvolentieri – aveva l’aria scettica anche la scorsa settimana in televisione, mentre se la vedeva con Hillary Clinton – di sostenere che Obama non avrebbe mai dovuto mettere piede alla Casa Bianca perché per nascita non è americano. Questa sua credenza tuttavia ha ormai un nome: birtherism. Ed è difficile trovare un vocabolo equivalente in italiano, forse non siamo ancora pronti.

Qualcuno ha provato con “nascitismo”, che ha il merito, proprio perché dice poco o niente, di svelare che anche il vocabolo inglese non dice a sufficienza. Il problema è che il birtherism di Trump e dei suoi ammiratori birthers in patria e nel mondo, va ben oltre il luogo di nascita di Obama. La parola si trascina dietro altro. A voler esprimere fino in fondo il sentimento che essa accoglie bisognerebbe dire: nato o no nel mio paese, chiunque abbia il colore della pelle anche solo vagamente scuro, per me non è cittadino di questa nazione e quindi si esclude che io – biondo oro, sicuramente bianco, di sangue e di suolo indiscutibili – gli attribuisca una qualsiasi anche piccola autorità su di me.

Certo, detto così è molto sgradevole, meglio birtherism. Ma le questioni che ribollono tra il bianco e il nero di quelle lettere sintetizzano tutti i truci razzismi in giro per il pianeta.

Questa rubrica è stata pubblicata il 30 settembre 2016 a pagina 7 di Internazionale. Compra questo numero| Abbonati

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