11 novembre 2015 15:15

In vista della conferenza sul clima di Parigi che si apre il 30 novembre il Pew research center ha presentato una sua inchiesta dal titolo “Preoccupazione globale per il cambiamento climatico, vasto appoggio per limitare le emissioni”. L’istituto ha condotto una serie di interviste in quaranta paesi del mondo per capire l’opinione pubblica su questo tema.

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A livello globale la maggioranza degli intervistati, il 54 per cento, pensa che il cambiamento climatico sia un problema serio. Le popolazioni di America Latina, Africa e Europa sono le più preoccupate. Secondo il Pew, “statunitensi e cinesi, le cui economie sono responsabili delle maggiori emissioni di anidride carbonica, sono tra i meno preoccupati”. In Italia è preoccupato il 55 per cento delle persone, in linea con i valori europei e mondiali.

Le conseguenze che preoccupano di più

Secondo il 66 per cento dei tedeschi il cambiamento climatico sta già danneggiando le persone. Gli italiani seguono al 65 per cento. Ma i più preoccupati degli effetti immediati del cambiamento climatico vivono in America Latina e in Africa, tanto che il 90 per cento degli intervistati brasiliani pensa di riscontrare già i danni dovuti al riscaldamento globale. Pochi pachistani e indonesiani pensano invece che il cambiamento climatico stia provocando problemi.

La siccità è la conseguenza più temuta a livello mondiale, seguita dai fenomeni meteo intensi e dalle ondate di calore. L’innalzamento del livello del mare è l’aspetto che preoccupa di meno. L’Italia è il paese che in assoluto teme di più i fenomeni meteo intensi, come le piogge eccessive e le alluvioni.

Appoggio alle misure di contrasto

A livello globale il 78 per cento degli interpellati appoggia l’idea che il proprio paese limiti l’emissione di gas a effetto serra, “come parte di un accordo internazionale”. Anche in Cina e negli Stati Uniti c’è un forte appoggio per il taglio delle emissioni, malgrado la scarsa preoccupazione per il cambiamento climatico. L’Europa è il continente più convinto dei tagli e in Italia l’89 per cento degli intervistati concorda sulla riduzione delle emissioni.

Globalmente, la maggioranza degli intervistati, il 54 per cento, ritiene che i paesi ricchi debbano fare di più, un giudizio particolarmente popolare nelle Filippine, in Giordania, Ucraina, Ghana e Tanzania.

Infine, la maggioranza delle persone pensa che per frenare il cambiamento climatico non basti la tecnologia, ma occorra cambiare lo stile di vita. È convinto di questo il 66 per cento degli intervistati negli Stati Uniti. La fiducia nella capacità della tecnologia di risolvere il problema è particolarmente bassa in America Latina. Il Medio Oriente è la regione più riluttante a cambiare abitudini di vita.

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