07 giugno 2013 14:06

Dražen Petrović in azione con i Portland Trail Blazers nel 1990 (Andrew D. Bernstein, Nba/Getty Images).

Il 7 giugno del 1993 Dražen Petrović era a bordo della sua Volkswagen Golf vicino Denkendorf, nel sud della Germania. Aveva appena condotto la nazionale croata alla vittoria contro la Polonia in una partita di qualificazione per l’Europeo di basket. Con lui c’era la sua fidanzata. Petrović aveva deciso di tornare con lei in Croazia in macchina, invece di prendere l’aereo insieme ai suoi compagni. Guidava lei, perché lui era stanco e voleva riposare. Probabilmente non si è nemmeno accorto dell’impatto con il camion che arrivava dalla direzione opposta. Aveva 28 anni.

Petrović giocava nel ruolo di guardia tiratrice. Negli anni ottanta è stato il re indiscusso del basket europeo. Nel 1984, al debutto con il Cibona di Zagabria, segnò 112 punti in una partita, con il 66 per cento al tiro da due e dieci su venti da tre punti. Un record mondiale tuttora imbattuto. Con partite come questa si è guadagnato lo status di leggenda assoluta, e il soprannome di “Mozart del basket”. Ha giocato anche in Spagna, al Real Madrid, e negli Stati Uniti, nei Portland Trail Blazers e nei New Jersey Nets, con risultati altalenanti, al di sotto del suo valore.

Nel 2010 Espn ha trasmesso Once brothers, un gran documentario sull’amicizia tra Dražen Petrović e Vlade Divac. Un croato e un serbo cresciuti insieme quando i loro due popoli erano sotto un’unica bandiera. Erano come fratelli: compagni di stanza quando erano in ritiro con la nazionale jugoslava e sempre al telefono per raccontarsi quello che succedeva nelle loro vite quando erano lontani. Poi scoppiò la guerra, che si portò via anche la loro amicizia. All’improvviso diventarono due estranei. Non si rivolsero mai più la parola, almeno non da amici, e nel 1993 Petrović morì. Nel documentario Divac racconta la loro storia e cerca di ricucire lo strappo incontrando i vecchi compagni di squadra e la madre di Dražen. Il documentario è bellissimo, a tratti commovente. Lo trovate qui giù.

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Su YouTube invece trovate decine di video con le giocate migliori di Petrović. Eccone qualcuno.

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I 44 punti contro gli Houston Rockets, nel 1993

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Il duello con Michael Jordan nella finale delle Olimpiadi del 1992 (chiedo scusa per la musica insopportabile di sottofondo, non ho trovato niente di meglio).

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I 62 punti contro la Snaidero Caserta, nella finale di eurolega del 1989.

Sulla rivista spagnola Jot Down, Gonzalo Vázquez ha pubblicato un bell’articolo in cui spiega perché e come Dražen Petrović ha segnato la storia dello sport in Spagna.

Alessio Marchionna lavora a Internazionale dal 2009. Editor delle pagine delle inchieste, dei ritratti e dell’oroscopo. È su twitter: @alessiomarchio

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