Una bella opera prima per Maxime Rappaz e un ruolo su misura per Jeanne Balibar: Claudine, sarta e madre devota che dedica tutta la sua vita al figlio disabile. Ogni martedì però va in un albergo di montagna e si concede a uomini di passaggio, apparentemente solo per raccogliere storie che racconterà al figlio sotto forma di lettere fittizie di un padre sempre in viaggio. Ogni settimana cambia partner, finché un ingegnere tedesco decide di allungare il suo soggiorno solo per lei. Claudine accetterà questa nuova situazione? Solo per una notte è il ritratto di una madre e di un’amante idealista. Una storia di emancipazione in cui la protagonista cerca una forma di libertà che conduce alla solitudine.
Le Point
Francia 2023, 93’. In sala
Stati Uniti 2023, 105’. In sala
Nel 1951 Stanley Kubrick realizzò Day of the fight, un documentario sul pugile Walter Cartier. L’attore Jack Huston, qui sceneggiatore e regista, riprende il titolo e il film di Kubrick come ispirazione per un’opera che riesce a essere classica e nuova. Un Michael Pitt feroce e vulnerabile interpreta Mike Flannigan, pugile che ha deciso di tornare sul ring dopo dieci anni d’inattività e contemporaneamente rimettere insieme i pezzi della sua vita e della sua famiglia. Pitt e Huston invocano i cliché del genere per farli esplodere, innescati dall’emozione. Il regista rende anche omaggio al nonno John, con riverenza ma con una voce tutta sua.
Glenn Kenny, The New York Times
Stati Uniti 2024, 120’. In sala dal 19 dicembre
Come il thriller di Robert Harris da cui è tratto, il film ci porta all’interno della cappella Sistina per origliare il processo sussurrato, claustrofobico e ricco di pugnalate alle spalle che porta all’elezione di un papa. In mezzo all’intrigo c’è un uomo che cerca di evitare che la chiesa, al termine del processo, non regredisca di decenni. Il cardinale Lawrence, incaricato di organizzare il conclave e di portarlo in fondo, è interpretato da Ralph Fiennes, di gran lunga la cosa migliore del film di Berger (Niente di nuovo sul fronte occidentale). La prima scelta di Lawrence, per sostituire il pontefice morto improvvisamente, è il liberale Bellini (Tucci), che deve vedersela con l’ambizioso Tremblay (John Lithgow), l’ultraconservatore Tedesco (Castellitto) e il favorito Adeyemi (Lucian Msamati), che però ha seri problemi con donne e omosessuali. Non è difficile capire come andrà a finire, anche se l’ultimo colpo di scena sembra più uno sberleffo che altro. Nel complesso Conclave è vivace e piacevole, ma una volta che si è dissolta la fumata bianca non lascia molto su cui riflettere.
Tim Robey, The Telegraph
Stati Uniti 2024, 100’. In sala dal 19 dicembre
Johnson interpreta una programmatrice appena atterrata a New York che finisce sul taxi guidato da un uomo qualunque, Penn. Il film è tutto nel dialogo tra loro due, lungo il percorso verso la città. Un dialogo teso su argomenti come età, genere, sesso, problemi con il padre. Un bell’esercizio per mattatori dello schermo, un po’ meno per gli spettatori. Il problema non è tanto che i personaggi siano poco credibili. Ma li abbiamo visti così tante volte che è difficile riuscire ancora a interessarsi a loro.
Benjamin Lee, The Guardian
Francia 2023, 115’. In sala dal 23 dicembre
Brizé abbandona le terre calde del cinema sociale e impegnato per esplorare regioni più intime, seguendo Mathieu (Canet), celebre attore che nel pieno di una crisi esistenziale si è rifugiato in una località balneare fuori stagione. Il suo incontro con Alice (Rohrwacher), amante ritrovata per caso perché abita da quelle parti, dà inizio a un altro film. Un fantasma d’amore, malinconico e fatalista, non così diverso da tanti altri film sentimentali, ma dominato dalla grazia modesta di Alice.
Cécile Mury, Télérama
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