23 novembre 2015 18:16

Il governo italiano è in parte responsabile per le perdite di civili nello Yemen, causate dall’intervento della coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita. L’esecutivo di Matteo Renzi non ha scuse valide per giustificare la concessione di licenze per l’esportazione di bombe, prodotte in Italia e vendute alle forze armate saudite.

Il 18 novembre il deputato Mauro Pili (componente del gruppo misto in Unidos) ha informato il parlamento sul fatto che l’azienda produttrice di armi Rwm Italia stava per spedire un altro carico di ordigni dall’aeroporto di Elmas in Sardegna. Pili ha chiesto che la spedizione fosse bloccata, ma il governo non ha revocato il permesso e l’aereo è decollato prima dell’alba, il 19 novembre. Sappiamo che quelle bombe saranno lanciate sullo Yemen.

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Due precedenti indagini realizzate da Reported.ly hanno tenuto traccia delle spedizioni di bombe italiane in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti, due paesi che fanno parte della coalizione che bombarda lo Yemen. Alcune foto, raccolte dal sito di notizie statunitense, mostrano le bombe della Rwm Italia sul territorio yemenita. Molti fondi d’investimento occidentali, tra cui fondi pensione, fondi per l’istruzione, fondi pubblici, e altri investitori traggono beneficio dalla vendita di queste armi perché possiedono azioni della Rheinmetall Defense Ag, la società che controlla la Rwm.

Più di 5.700 persone, tra cui 870 donne e bambini, sono morte nello Yemen dal 26 marzo 2015 secondo le Nazioni Unite. Il coordinatore umanitario dell’Onu per lo Yemen Johannes Van Der Klaauw ha detto: “Quasi 320mila bambini sono gravemente denutriti”.

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Amnesty International e Human Rights Watch hanno documentato più volte gli attacchi e i raid aerei diretti verso civili sia da parte della coalizione guidata dai sauditi sia dai ribelli houthi, che controllano gran parte dello Yemen.

Questo rende l’esportazione italiana di bombe potenzialmente illegale, come ha spiegato Patrick Wilcken, ricercatore di Amnesty International specializzato sul controllo degli armamenti, il commercio di materiali di sicurezza e i diritti umani:

Il trattato dell’Onu sul commercio delle armi e la posizione comune dei paesi dell’Unione europea sul controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari obbligano l’Italia a impegnarsi in una rigorosa valutazione del rischio per ogni proposta di trasferimento di armi. Caso per caso deve essere svolta un’indagine per stabilire se è verosimile che le armi interessate saranno usate dal destinatario per commettere o facilitare gravi violazioni dei diritti umani e delle leggi umanitarie riconosciute a livello internazionale. Se c’è un rischio significativo, l’Italia deve negare il permesso di esportazione.

I collaboratori di Reported.ly hanno monitorato l’aereo con il carico di bombe in tempo reale. Ecco il viaggio delle bombe partite dalla Sardegna in sette tweet:

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Michele Ruffi sull’Unione Sarda afferma che un carico di bombe dell’Rwm sono partite da un aeroporto civile della Sardegna all’Arabia Saudita.

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Abbiamo tracciato un altro carico di queste bombe venti giorni fa.

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Queste bombe Mk84, fatte in Italia, sono lanciate nello Yemen con perdite cospicue per i civili.

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Il parlamentare Mauro Pili chiede al parlamento di fermare la consegna di bombe all’Arabia Saudita.

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Il cargo con il carico di bombe partito a ottobre è diretto a Baku.

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Stiamo monitorando un carico di bombe oggi (mercoledì) all’aeroporto di Elmas.

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Un aereo 4K-SW888 in partenza dalla Sardegna, consegna bombe ai sauditi.

(Traduzione di Ludovica Lugli)

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta su Reported.ly. Clicca qui per vedere l’originale. L’inchiesta integrale è qui.

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