24 novembre 2016 09:53

Cancellare Obamacare, il programma per la copertura sanitaria per tutti imposto da Barack Obama? Donald Trump non ne parla più. Il muro alla frontiera messicana che il candidato repubblicano prometteva di far pagare ai messicani? Il nuovo presidente sembra essersene dimenticato. E che dire dell’espulsione di milioni di immigrati senza documenti arrivati dall’America Latina? Anche qui, Trump sembra aver accantonato la sua promessa elettorale, e lo stesso vale per il divieto di mettere piede in territorio americano per i musulmani.

Le più mirabolanti promesse fatte da Trump durante la corsa alla Casa Bianca, la cui funzione primaria era quella di liberarsi della concorrenza degli altri candidati, fare scandalo e far parlare di sé come di un uomo che non ha paura di niente, sono ormai relegate in secondo piano.

Dato che non può espellere milioni di persone e non può togliere l’assistenza sanitaria ad altri milioni di persone che l’hanno appena ottenuta, Trump è rientrato nei ranghi e si sta lentamente normalizzando, fatta eccezione per due punti.

Razzismo e protezionismo mantenuti
Innanzitutto il nuovo presidente ha chiamato al suo fianco uomini legati all’estrema destra, come il futuro ministro della giustizia che in passato ha accusato un avvocato bianco di aver “tradito la sua razza” perché difendeva un imputato nero. L’America più reazionaria e razzista (minoritaria), dopo aver fatto la fortuna del candidato Trump, occuperà alte cariche accanto al presidente Trump. Il secondo punto di contatto tra la campagna elettorale di Trump e la sua presidenza, invece, sarà la revisione dei grandi accordi commerciali basati sul libero scambio.

Oltre al progetto di un trattato transatlantico, che di sicuro non sarà resuscitato, Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti si ritireranno dal trattato transpacifico non appena il nuovo presidente si insedierà, il prossimo 20 gennaio.

Trump fa una scelta tra due categorie sociali e due Americhe diverse, oltre che una scelta tra passato e futuro

Buone o cattive (esistono due scuole di pensiero in merito) le conseguenze di questa scelta saranno enormi. Se gli scaffali americani si libereranno di prodotti a basso costo che provocano la chiusura delle industrie nazionali e un aumento della disoccupazione tra gli operai, è altrettanto vero che le aziende di punta degli Stati Uniti che creano nuovi posti di lavoro altamente qualificati avranno più difficoltà a esportare i loro prodotti. Scommettendo sugli accordi bilaterali a discapito di quelli interregionali, Donald Trump fa una scelta tra due categorie sociali e due Americhe diverse, oltre che una scelta tra il passato e il futuro.

D’altro canto la Cina potrebbe approfittare di questo passo indietro degli americani per proporre al resto dell’Asia una nuova zona di libero scambio, di cui sarebbe il motore. Se le cose andranno così, l’America si sarà data la zappa sui piedi.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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