26 gennaio 2016 11:21

Come probabilmente saprete, ci sono due modi per evitare di fare la fila in aeroporto. Uno è viaggiare in business class o essere una celebrità – ma la business è costosa, e per diventare famosi ci vogliono anni di lavoro, o di fortuna.

Il secondo è arrivare di proposito all’ultimo minuto e farsi scortare in cima alla fila dal personale del terminal. Per farlo basta essere degli stronzi egocentrici convinti che per loro le regole non valgono, e che anzi si prendono ogni volta la soddisfazione di riscoprire che è proprio così. Le file dell’aeroporto, in breve, sono un “filtro per gli stronzi”, definizione meravigliosa che prendo in prestito dalla blogger Siderea.

Se pensate che tutte le persone che incontrate siano insopportabili – come sospetto che facciano tutti quelli che lavorano in aeroporto – forse non è perché gli esseri umani in generale lo sono. Forse avete semplicemente e inavvertitamente azionato un filtro per gli stronzi.

L’ago della bilancia

Siderea fa l’esempio di Fred, un ipotetico capoufficio che chiede educatamente ai clienti di rivolgersi ai suoi dipendenti invece che a lui per determinate richieste. Le persone educate e abituate a rispettare le regole seguiranno la sua indicazione. Chi non lo farà? Quelli che se ne fregano delle regole.

Dato che è una persona gentile, Fred risponderà comunque direttamente a quelle email, avallando così la trasgressione. Lui non fa nulla di irragionevole, ma sposta l’ago della bilancia: finirà per doversela vedere con una percentuale sproporzionata di maleducati. E questo non succede solo nel mondo del lavoro. Se siete in cerca di un nuovo rapporto, ma non prendete l’iniziativa con quelli che vi piacciono, finirete per uscire soprattutto con persone stupide e noiose.

E non solo. Un altro problema è che le persone che rispettano le regole cominciano a risentirsi. “Al diavolo Fred”, immagina Siderea. “Sto cercando di essere gentile, e mi tratta come un cliente di serie b”. E ne deducono che infrangere le regole è l’unico modo per ottenere quello che si vuole. Se avete mai avuto la sensazione che il centralino di un servizio clienti non fosse lì per aiutare voi, ma solo per tenere a bada quelli che si lamentano, capirete il mio amico Dan, che per risolvere un problema di banda larga è stato costretto a discuterne direttamente con l’amministratore delegato del suo provider. Non conta come ci dovremmo comportare, conta solo quello che funziona. Problema risolto.

Forse la nostra vita sarebbe più piacevole se tutti ci scusassimo di più quando chiediamo l’attenzione di qualcuno

In effetti sembra che la nostra cultura stia diventando sempre più un filtro per gli stronzi, incoraggiandoci a diventare insopportabili se vogliamo ottenere qualcosa.

A dicembre, è finita sulle prime pagine dei giornali la notizia che Just Not Sorry, un’estensione di un browser, permette di sottolineare come errori di battitura nelle email delle donne espressioni umilianti come “mi scuso”, “solo” e “non sono un’esperta”. Ma, come osserva la linguista Deborah Cameron dell’università di Oxford, questo fa presumere che le donne usino troppo questi termini, mentre si potrebbe dimostrare altrettanto facilmente che gli uomini li usano troppo poco.

Forse la nostra vita sarebbe più piacevole se tutti ci scusassimo di più quando chiediamo l’attenzione di qualcuno. Anche quelli che consigliano di essere “decisi” e “sicuri di sé” cadono nella stessa trappola: partono dal presupposto che l’ideale sia essere sfacciati, e che a sbagliare siano quelli che non lo sono. Forse questo consiglio è necessario per la sopravvivenza in un mondo individualistico. Ma, nonostante le nostre buone intenzioni, rischia anche di trasformarci tutti in stronzi.

(Traduzione di Bruna Tortorella)

Questo articolo è stato pubblicato su The Guardian.

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