Si è svolto al Teatro Comunale il dibattito “Benvenuti in Cinafrica”, per capire come l’economia cinese stia cambiando il volto del continente africano e se i problemi economici cinesi avranno riflessi sull’Africa. Hanno dialogato Howard French, giornalista statunitense, Perselelo Kantai, The Africa Report, Serge Michel, giornalista a Le Monde Afrique. Ha moderato Edoardo Vigna, giornalista del Corriere della Sera.
L’imprenditoria cinese in Africa è da intendersi come nuova forma di colonialismo o come forma di riscatto per l’Africa stessa? Di fatto il rapporto economico tra Cina e Africa è asimmetrico; per la Cina lo scambio commerciale con l’Africa vale 5,1%, per l’Africa quasi il 20% ed è il principale acquirente delle vendite di armi leggere cinesi.
Negli ultimi anni la Cina è diventato il primo partner commerciale dell’Africa e mira a creare rapporti economici di lungo termine. La costruzione in tempi record della metropolitana di Addis Abeda, una grande diga in Kenya e la città fantasma di Angola sono solo alcuni esempi delle strutture realizzate da imprese pubbliche cinesi.
L’interesse della Cina verso l’Africa non riguarda lo sfruttamento delle risorse naturali e dei suoi minerali, ma punta a rafforzare nel tempo il rapporto commerciale con il continente, vendendo i suoi prodotti in un momento in cui tutti i paesi sono in difficoltà economica. L’impero cinese ha capito, già dagli anni novanta, prima di altri paesi, che l’Africa non sarebbe stata perennemente povera, ma che aveva le potenzialità per diventare un mercato.
“Il cinese sogna, è coraggioso, affronta nuove sfide, mentre l’europeo non cerca nuovi obiettivi. Noi europei abbiamo lasciato l’Africa con epidemie e debiti,i cinesi invece sono andati e hanno affrontato sfide importanti. Il fatto di vedere arrivare queste persone così positive, ha lanciato il messaggio che l’Africa è il futuro del mondo”, chiosa Serge Michel.
Il giornalista Howard French invece spiega che “ i cinesi non sono mossi da sentimenti di solidarietà, ma dal bisogno di difendere i propri interessi”. Dopo anni di austerità economica imposta dai singoli governi nei vari stati africani, la Cina è diventata una valida opzione. “Per l’Africa 25 anni di austerità economica sono stati un’umiliazione, per cui è comprensibile che l’Africa, in mancanza di risorse finanziarie, abbia ben accolto la Cina”, spiega poi il giornalista Perselelo Kanta****i.
L’Europa per secoli ha avuto rapporti conflittuali con l’Africa, e oggi il cittadino europeo è stanco, non accetta nuove sfide. “In linea generale gli africani stanno accettando di sfruttare le loro risorse per mettere fine all’idea dello straniero dominatore.La Cina si è proposta in maniera positiva, quindi è stata percepita come un’alternativa”, chiarisce Serge Michel.
(Veronica Capucci)