L’avvincente romanzo d’esordio di Harriet Paige comincia in circostanze insolite. Mentre passeggia sulla spiaggia vicino alla sua casa di Southend nella calda estate del 1976, un tranquillo e solitario impiegato comunale di nome Ray Eccles viene colpito alla testa da un gabbiano in picchiata. Assiste all’incidente Jennifer, impiegata in una merceria locale, che chiama un’ambulanza e poi scompare. Quando Ray torna a casa, le cose cominciano a farsi strane. Usando qualsiasi materiale (incluso il cibo, il suo stesso sangue e lo sperma), Ray comincia a dipingere e ridipingere l’ultima cosa che ha visto prima che l’uccello lo colpisse: Jennifer. Dopo una serie di coincidenze giocosamente artificiose, Ray diventa famoso. Viene accolto (in più di un modo) da una ricca coppia di collezionisti d’arte, George e Grace Zoob. Lo ospitano nel loro lussuoso appartamento e promuovono i quadri che lui dipinge in modo compulsivo. Jennifer, nel frattempo, non ha idea che la sua faccia sia diventata così importante, finché un’amica non le mostra un articolo di giornale su Ray. All’inizio Jennifer lo prende come una sorta di conferma, e come “prova della sua esistenza”. Ma presto la sua reazione diventa più complicata. Uomo con gabbiano sulla testa è molto di più delle sue interessanti idee filosofiche. È divertente, acuto, coinvolgente e scritto magnificamente.
Sam Jordison, The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1437 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati