Peso massimo del cinema russo contemporaneo, Kirill Serebrennikov da tempo è interessato dalla figura di Pëtr Ilič Čajkovskij. Al centro del suo film troviamo la moglie del compositore, Antonina Miljukova, e il loro disastroso matrimonio. L’inizio evoca il triste destino delle donne nella Russia dell’ottocento, ma Tchaikovsky’s wife non è un pamphlet femminista. Né semplicemente una biografia per appassionati di musica. Si può invece dire che ci troviamo di fronte a una delle più potenti allegorie sull’ancestrale alienazione del popolo russo verso un potere che ha sempre voluto renderlo schiavo.
Jacques Mandelbaum, Le Monde

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Questo articolo è uscito sul numero 1462 di Internazionale, a pagina 91. Compra questo numero | Abbonati