Lungo la spiaggia di Jacob Riis nel Queens, a New York, sorge il Neponsit beach hospital, un ex ospedale costruito nel 1915. Fino all’inizio degli anni sessanta ospitava malati di tubercolosi, poi fu trasformato in una casa di riposo e infine nel 1998 fu chiuso, dopo che una tempesta lo aveva quasi distrutto.

“Dagli anni quaranta la spiaggia è un paradiso per i gay di New York e questa imponente struttura di quattro piani, ricoperta di graffiti e con i vetri rotti, ha contribuito a creare le condizioni per l’esistenza di una spiaggia queer”, racconta la fotografa statunitense Yael Malka. Conosciuta come people’s beach (spiaggia della gente), era la parte meno frequentata del litorale, proprio per la presenza dell’ex ospedale. “Invece, per la comunità gay quel vecchio edificio era una sorta di barriera protettiva dal mondo esterno”, dice Malka. Una sensazione di protezione spesso solo apparente. Nel tempo ci sono state infatti tensioni con gli abitanti dei quartieri vicini. “Alcuni hanno murato le finestre”, racconta Malka.

Nel maggio 2022 il sindaco di New York ha annunciato la demolizione dell’ex ospedale, giustificandola con problemi di sicurezza pubblica. Così la scorsa estate Malka ha deciso di documentare gli ultimi mesi di questo luogo storico. “In quanto gay newyorkese, che ha frequentato la spiaggia di Jacob Riis negli ultimi dieci anni, per me era fondamentale creare un archivio fotografico di questo momento cruciale nella storia queer della città”, dice. “Ho voluto mostrare le persone che frequentano la spiaggia, così come le tracce di violenza, celebrazione e resistenza disseminate nel paesaggio”. ◆ adr

Liz Chestang e Adair Green, 22 luglio 2022
Ayana Lockett e il figlio Xen di 6 mesi, 22 luglio 2022
Casper Capers e Michito, 25 giugno 2022
Cory Walker e Justice Jamal Jones, 25 giugno 2022
A sinistra: Devin Taitano, Bernardo Stambuk e Mark Plunkett , 29 giugno 2022. A destra: Agustin Sanchez, 17 giugno 2022.
Fayola Fair e Chontol Calvin, 10 luglio 2022

Yael Malka è nata nel Bronx, New York, Stati Uniti. È fotografa e scultrice.

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Questo articolo è uscito sul numero 1482 di Internazionale, a pagina 70. Compra questo numero | Abbonati