In uno dei racconti di Cinque martedì d’inverno, la quattordicenne Carol è fuggita dalle rovine del matrimonio dei suoi genitori per trascorrere l’estate facendo da babysitter ai figli di una famiglia benestante della sua città, nel New England. Ha appena letto Jane Eyre e, come l’eroina di Charlotte Brontë, si stabilisce in una grande casa con torrette e s’innamora del suo affascinante occupante maschile. La ricerca del desiderio – l’arroganza e la follia, i suoi legami con l’intelletto e la complicata sincronia tra cervello e cuore – è il grande tema di King. L’autrice ci ricorda le rivelazioni che si possono ancora trovare nella trama e nei personaggi, elementi narrativi che potrebbero passare per antiquati se non fosse che lei, con la sua gamma artistica e la sua precisione emotiva, non li fa mai sentire tali. Si scopre che c’è ancora molto da sapere sul significato della vita e sulle cose che si schiudono, come un geode, per rivelare qualche meraviglia nascosta. Sulla linea dei romanzi di King, molti racconti di questa sua prima raccolta di narrativa breve sono preceduti da una perdita e accesi dal desiderio. Nel nostro tempo di ansia e isolamento, King scrive storie in cui raggomitolarsi, offrendoci qualcosa che raramente è celebrato in letteratura: il conforto. Megan O’Grady, The New York Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1483 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati