La signora Potter è una sorta di divinità che invia doni ed esaudisce i desideri dei bambini buoni, troppo buoni, che fanno sempre la cosa giusta e che non ricevono dai loro genitori le attenzioni che meritano. La signora Potter manda regali a questi bambini, sì, ma in cambio gli chiede che facciano qualcosa di male. Uno dei bambini è Rupert, protagonista di un romanzo di Louise Cassidy Feldman, che per questo suo unico libro per ragazzi si è ispirata alla città di Kimberly Clark Weymouth. Era tanto tempo fa. Il romanzo immaginario – che si chiama appunto La signora Potter non è esattamente Santa Claus – è stato un successo e ha segnato per sempre la città, che ora riceve pullman di lettori diretti al negozio di souvenir e oggetti legati al romanzo. Il negozio è gestito da Billy Bane Pletzer, che incolpa della fuga della madre il romanzo e il fascino che esso esercitava sul padre. Questo è il punto di partenza del sesto romanzo di Laura Fernández. In seguito la narrazione cresce, compaiono altri personaggi, sono esplorati diversi temi e la città, Kimberly Clark Weymouth, è trattata, a volte, come un personaggio, altre, come un luogo. Nel libro s’insinuano temi come la scrittura, il giornalismo, la sorveglianza e il controllo delle vite degli altri, la maternità, la creazione, la dissoluzione del sé, il rapporto tra letteratura e finzione. Ci sono riunificazioni e abbandoni, morti, falsi crimini, storie d’amore, sesso senza fine e una serie di omicidi in città. Aloma Rodriguez, Letras libres

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Questo articolo è uscito sul numero 1490 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati