Alla fine di novembre del 2022 su YouTube ha cominciato a circolare un video in cui un uomo, che si presenta come Saša Kurara, afferma di essere stato, molti anni fa, compagno di cella di Evgenij Prigožin. L’uomo racconta che all’epoca Prigožin faceva parte della casta più umile dei detenuti, gli obižennye (offesi), termine che nel gergo della malavita indica i prigionieri che forniscono servizi sessuali ad altri reclusi. Perciò, continua, arruolarsi nel gruppo Wagner significa combattere per un “finocchio”. Da giovane Prigožin ha passato diversi anni in prigione.

L’autenticità del video non è ancora stata accertata. Ma il suo intento è chiaro: minare l’autorità di Prigožin e rendere più difficile il reclutamento di detenuti da inviare in Ucraina. Non sappiamo chi ci sia dietro il filmato. Ma sappiamo che il fondatore del gruppo Wagner, ormai diventato quasi un personaggio politico, si è messo contro molte persone influenti. Tra loro ci sono alcuni vecchi amici di San Pietroburgo del presidente russo Vladimir Putin, in particolare il primo azionista della banca Rossija, Jurij Kovalčuk.

Con la guerra in Ucraina l’influenza di Prigožin è cresciuta sensibilmente. Consapevole del suo potere, Prigožin ha cominciato a interferire nelle questioni politiche. Secondo le nostre fonti, per i vecchi compagni pietroburghesi di Putin questa novità è inaccettabile: non possono permettere a un pregiudicato di giocare sul loro stesso terreno, ma non possono nemmeno opporsi apertamente, considerato quanto oggi Prigožin è stimato dal presidente.

Un’altra persona con cui Prigožin ha dei conflitti è Sergej Kirienko, il primo vicecapo di gabinetto dell’amministrazione presidenziale. I rapporti tra i due sono complicati da quando Prigožin ha cercato di influenzare le nomine e i licenziamenti di alcuni funzionari. In particolare ha preso di mira il governatore di San Pietroburgo, Aleksandr Beglov. Ha chiesto ai cittadini di rivolgersi direttamente a lui per risolvere le questioni lasciate irrisolte da Beglov, ha chiesto all’ufficio del procuratore generale e all’Fsb (i servizi d’intelligence interna) di far luce sulla corruzione del governatore e del suo entourage, ha anche finanziato i video in cui il gruppo musicale Leningrad di Sergej Šnurov denuncia i problemi della città. E ha detto che non avrebbe partecipato alle iniziative del comune di San Pietroburgo per la ricostruzione di Mariupol, la città ucraina conquistata dai russi a maggio. Insomma, per la sua autonomia, la sua vicinanza al presidente e la sua influenza sui mezzi d’informazione, Prigožin preoccupa l’amministrazione presidenziale, che a quanto pare non è in grado di controllarlo.

Tensioni con l’esercito e i servizi

Con il ministro della difesa Sergej Šojgu e i generali che hanno guidato l’invasione dell’Ucraina, Prigožin è invece impegnato in una sorta di guerra dell’informazione. È un sostenitore del leader ceceno Ramzan Kadyrov, che spesso ha criticato le azioni dei vertici del ministero della difesa. Il gruppo Wagner, ci hanno spiegato le nostre fonti, è integrato nel sistema dell’esercito e non agisce in modo isolato. Prigožin non comanda le operazioni militari del gruppo, ma ne assicura le attività e le finanzia, anche usando i fondi dei grandi imprenditori, obbligati dal Cremlino a sostenere la cosiddetta operazione speciale. I conflitti con il ministero della difesa hanno a che fare non solo con quelle che Prigožin considera operazioni militari sbagliate, ma anche con il fatto che le istituzioni non forniscono tutto l’equipaggiamento necessario ai suoi militari. Uno degli ultimi scontri, per esempio, ha riguardato la carenza di munizioni.

Anche con l’Fsb ci sono tensioni. Il motivo è che gli agenti del controspionaggio sono stati obbligati ad affiancare Prigožin nel reclutamento di detenuti. Inviare detenuti armati a combattere e reclutare banditi e assassini, invitandoli a “uccidere”, “torturare” e “tagliare gole” non si addice all’Fsb. I servizi hanno capito che saranno i responsabili delle azioni di questi uomini e, soprattutto, che dovranno gestire le conseguenze del loro ritorno alla vita civile. Gli toccherà sorvegliare i criminali più pericolosi, che in guerra riceveranno un addestramento militare, mentre il merito degli eventuali successi andrà a Prigožin.

La guerra in Ucraina sta quindi trasformando Prigožin in un protagonista politico. Ormai ha poteri e risorse che lo proteggono da eventuali attacchi. Per questo può puntare in alto. Sia gli uomini legati all’apparato di sicurezza sia i responsabili della politica interna, compresi quelli più vicini al presidente, devono fare i conti con lui. La guerra è diventata un’opportunità per Prigožin. Questo fa capire che tipo di figure potrebbero essere proiettate verso il potere dalla cosiddetta operazione speciale e dalla lotta della Russia contro i suoi nemici esterni e interni. ◆ ab

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Questo articolo è uscito sul numero 1497 di Internazionale, a pagina 40. Compra questo numero | Abbonati