I limiti della menzogna nell’era della post-verità sono al centro di Pioggia sottile. È necessario mentire? Tutti mentiamo prima o poi? Mentiamo solo per piacere? Luis Landero ci mostra le sfumature dell’inganno. “Ora sapete con certezza che le storie non sono innocenti, non del tutto innocenti. Forse non lo sono nemmeno le conversazioni di tutti i giorni, la disattenzione verbale e l’equivoco, o il parlare per il gusto di parlare. Forse anche ciò che si dice nei sogni non è del tutto innocente”. Queste sono le prime righe di Pioggia sottile, che già qui accenna a ciò che tratterà La suggestione piuttosto che il racconto; le mezze parole, il commento con punti di sospensione. In occasione dell’ottantesimo compleanno della madre, Gabriel, uno dei tre figli, chiama le due sorelle per festeggiare. Ciò che la madre (una donna di carattere, con una crocchia stretta, parsimoniosa e con la paura di sorridere perché porta sfortuna) ha fatto o non ha fatto è fondamentale. Man mano che la commedia procede, vecchi rancori tornano a galla, le parole che sono state dette tanto tempo prima e non sono state dimenticate tornano alla ribalta. Il libro di Landero è uno di quelli che ti abbraccia. Ci si sente a proprio agio tra le sue pagine.
Manuel Llorente, El Mundo

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Questo articolo è uscito sul numero 1499 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati