Scholastique Mukasonga mette l’una di fronte all’altra due forze cristiane occidentali che si contendono il Ruanda negli anni trenta. Da una parte i cattolici bianchi provenienti dal Belgio, travolti dal “tornado dello spirito santo”. Dall’altra, gli evangelisti protestanti neri “dell’altro mondo” che, cantando e ballando, promettevano ai ruandesi felicità, fertilità, pioggia e la venuta del messia. Con un bastone di ferro in mano e il seno scoperto, la profeta e taumaturga statunitense Sister Deborah annunciò una salvatrice nera che avrebbe portato alle donne mille anni di felicità. Sister Deborah parlava solo a donne e bambini. I soldati, gli “askari”, finirono per ucciderla. Ma risuscitò, con il nome di Mama Nganga, in una baraccopoli di Nairobi, prima di essere bruciata dalla folla che la accusava di stregoneria. Mukasonga affida a Ikirezi, una bambina ruandese malata che Sister Deborah aveva curato e che è diventata miss Jewels, antropologa alla Howard university, “la Harvard nera”, il compito di raccontare la storia di questa femminista e antirazzista prima del tempo, che voleva fondare un regno delle donne in Ruanda. Donne nere che si ribellavano al potere bianco, al patriarcato e ai capi tribù di un’altra epoca. Un racconto poetico che scava nel passato per avvicinarsi al futuro e parte dal Ruanda per conquistare il mondo.
Jérôme Garcin, L’Obs

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Questo articolo è uscito sul numero 1529 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati