Editoriali

L’Europa esclusa sull’Ucraina

Un importante e sottovalutato fattore nei timori della Russia sul presunto espansionismo occidentale nell’Europa dell’est è la lenta ma significativa integrazione politica dell’Ucraina nella periferia dell’Unione europea. Kiev vorrebbe entrare nell’Unione, come le era stato promesso in passato, ma deve accontentarsi di essere coinvolta nel Partenariato orientale, un importante programma di aiuto finanziario e avvicinamento politico-economico alle ex repubbliche sovietiche. Visti gli stretti legami con l’Ucraina, non sorprende la frustrazione della diplomazia europea per essere stata esclusa dall’ultimo round di negoziati tra gli Stati Uniti e la Russia. L’alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell ha scritto ai ministri degli esteri che “il nostro principale obiettivo dovrebbe essere garantire il coinvolgimento dell’Unione europea in questo processo”.

L’esclusione dell’Unione riflette la sua mancanza di unità a livello diplomatico e il suo stato ancora embrionale di potenza nel campo della politica e della sicurezza internazionale, oltre al fatto che l’attuale crisi è presentata soprattutto come una questione militare. Per la Russia il problema è il dispiegamento di missili e forze offensive della Nato ai suoi confini. Per l’occidente è la minaccia d’invasione rappresentata dalla concentrazione di truppe russe alla frontiera con l’Ucraina. Ma la sindrome dell’accerchiamento di Mosca non riguarda tanto l’aspetto militare, quanto la paura dello sviluppo di alternative democratiche, la crisi della sua legittimità politica e la sostenibilità del suo sistema di governo autoritario. Non c’è nessun rischio che la Nato attacchi la Russia, ma è molto probabile che le idee e i valori democratici europei continuino a indebolire la presa di Vladimir Putin sul potere. Quindi lo scontro verbale tra Mosca e l’occidente, malgrado i comprensibili timori per la sicurezza dei paesi vicini all’Ucraina, è soprattutto una guerra fasulla che ignora l’elefante nella stanza: la reale vulnerabilità della Russia di fronte alla contaminazione politica.

La richiesta di Putin agli Stati Uniti, ovvero garantire che non ci saranno ulteriori allargamenti della Nato, non può essere e non sarà accolta. Il 10 gennaio la vicesegretaria di stato degli Stati Uniti, Wendy Sherman, ha assicurato agli alleati che avranno un posto al tavolo delle trattative: “Non prenderemo decisioni sull’Ucraina senza l’Ucraina, sull’Europa senza l’Europa, o sulla Nato senza la Nato”. Tuttavia è significativo che le richieste di Putin non riguardino anche l’ingresso di Kiev nell’Unione europea, dato che Mosca ha più volte chiarito di considerare l’avvicinamento dell’Ucraina all’Europa come un atto ostile. ◆ ff

Trasporto aereo nel caos

L’ondata di contagi provocata dalla variante omicron del virus sars-cov-2 ha investito buona parte del pianeta, creando un caos nell’industria del trasporto aereo paragonabile solo a quello osservato all’inizio della pandemia nel 2020, con migliaia di voli cancellati, ritardi colossali e impressionanti affollamenti nei principali aeroporti del mondo. Una delle cause è il blocco imposto da alcuni paesi. Hong Kong, per esempio, ha chiuso il suo spazio aereo ai voli provenienti da Australia, Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Francia, India, Pakistan e Filippine. Tuttavia il motivo principale è il rapido aumento dei contagi tra piloti, membri dell’equipaggio, personale di terra e lavoratori aeroportuali. Come nel resto della popolazione, anche in questo settore i contagi sono aumentati in modo esponenziale, costringendo molti a restare a casa. La crisi ha spinto le compagnie aeree in una situazione di vulnerabilità estrema, anche a causa dei problemi accumulati in più di un anno di emergenza sanitaria, che oltre alle chiusure temporanee degli spazi aerei ha determinato una significativa riduzione dei viaggi turistici. Migliaia di passeggeri hanno dovuto annullare i loro viaggi, per non parlare delle lunghissime file e attese negli aeroporti.

Le compagnie aeree non possono essere colpevolizzate per una crisi che va oltre il loro controllo, ma è giusto chiedere che rafforzino l’assistenza ai passeggeri, per esempio trovando una sistemazione a chi viene lasciato a terra e comunicando tempestivamente ritardi e cancellazioni. Queste semplici misure non ridurrebbero solo i disagi, ma anche l’affollamento degli aeroporti e il rischio di altri contagi. ◆ as

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1443 - 14 gennaio 2022
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