18 gennaio 2021 15:49
  • Finora nel mondo sono state somministrate più di 40 milioni di dosi di vaccini contro il covid-19. Israele è il paese che ha vaccinato la percentuale più alta della popolazione: 24,5 per cento pari a 2,12 milioni di persone. Nei 60 paesi e territori che hanno cominciato la propria campagna di vaccinazione vive il 61 per cento della popolazione mondiale. Ma il 90 per cento delle vaccinazioni è stato compiuto in undici paesi. Nell’Unione europea è stato vaccinato l’1,2 per cento della popolazione con cinque milioni di dosi somministrate (1,15 milioni in Italia, 1,05 milioni in Germania, 422.127 dosi in Francia). Attualmente sono sul mercato sette vaccini contro il covid-19 e tutti richiedono due dosi per essere efficaci. I vaccini sviluppati dalla Pfizer-Biontech (frutto di una collaborazione statunitense e tedesca) e dalla Moderna (statunitense) sono stati approvati per l’uso in Nordamerica, Europa, Israele e paesi del Golfo. Il farmaco di AstraZeneca-Oxford (britannico-svedese) è in uso nel Regno Unito e in India, dove è prodotto localmente dai laboratori della Bharat biotech. Il vaccino Sputnik V del centro russo Gamaleya è stato adottato in Russia, in Argentina, Bielorussia e in Serbia. I vaccini cinesi finora in uso fuori della Cina sono quello della Sinopharm – somministrato negli Emirati Arabi Uniti, nel Bahrain, nelle Seychelles e in Giordania – e quello della Sinovac, somministrato in Indonesia, Brasile e Turchia.
  • Il 18 gennaio le autorità sanitarie svizzere hanno messo in quarantena due hotel e hanno chiuso le scuole di sci nella località di St. Moritz per cercare di frenare l’ondata di contagi dovuti alla diffusione della nuova variante, di cui non è stata precisata l’origine. Nella città di 5.200 abitanti, nel cantone orientale dei Grigioni, è stato imposto l’obbligo di indossare le mascherine. Il 19 gennaio si svolgeranno test di massa sui residenti, mentre scuole e asili nido resteranno chiusi. Nonostante la decisione di chiudere anche ristoranti, bar, teatri e luoghi ricreativi al fine di limitare la diffusione della malattia, la Svizzera ha scelto di lasciare aperti gli impianti sciistici, a condizione che rispettino le norme sanitarie.
  • In Germania i dati sui contagi giornalieri sembrano mostrare una lieve flessione, ma il ministro della salute Jens Spahn ha dichiarato che bisogna fare di più per tenere il nuovo coronavirus “permanentemente sotto controllo”, poiché le autorità locali sono preoccupate per la diffusione delle varianti più contagiose. Il ministro delle finanze, Olaf Scholz, non ha escluso di estendere e inasprire fino alla metà di febbraio le attuali misure restrittive previste fino al 31 gennaio. Mentre ha suscitato diverse critiche la proposta del ministro degli esteri, Heiko Maas, di introdurre dei “privilegi” per coloro che si vaccineranno, permettendogli l’accesso anticipato a ristoranti e cinema. La proposta è stata bocciata dagli altri ministri sia perché potrebbe incentivare le disuguaglianze sociali sia perché al momento non c’è nessuna sicurezza che la vaccinazione possa interrompere la catena dell’infezione. La Germania ha finora registrato più di due milioni di casi e 46.633 morti dovuti al covid-19.
  • Israele ha stretto un accordo con la Pfizer, promettendo di condividere i dati medici con la casa farmaceutica in cambio di forniture costanti del farmaco, che invece sta subendo una battuta d’arresto in diversi paesi del mondo. I sostenitori affermano che l’accordo potrebbe consentire a Israele di diventare il primo paese a vaccinare la maggior parte della sua popolazione, fornendo allo stesso tempo dati preziosi per la ricerca, ma sono molti i dubbi etici sollevati da più parti riguardo a possibili violazioni della privacy e un aumento del divario globale che consente ai paesi ricchi di accumulare vaccini, mentre le popolazioni più povere, compresi i palestinesi della Cisgiordania occupata da Israele, dovranno aspettare più a lungo per ricevere le dosi necessarie alla vaccinazione.
  • Il ministro della salute australiano, Brendan Murphy, ha affermato che difficilmente i viaggi internazionali verso l’Australia potranno riprendere nel 2021, “soprattutto se si tiene conto che il vaccino potrebbe non impedire la trasmissione del virus”.
  • Il 16 gennaio, 47 tenniste e tennisti qualificati per gli Open d’Australia, che dovrebbero cominciare l’8 febbraio a Melbourne, sono stati messi in isolamento nelle loro stanze di albergo per 14 giorni, dopo che tra i passeggeri dei loro voli provenienti da Los Angeles e da Abu Dhabi sono stati individuati due casi positivi.
  • Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus ha dichiarato che il mondo potrebbe fronteggiare un “catastrofico fallimento etico” se i paesi ricchi si procurassero i vaccini a scapito di quelli più poveri. In apertura della riunione del consiglio esecutivo dell’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite, Ghebreyesus ha criticato i produttori dei vaccini che cercano l’approvazione di emergenza dei singoli stati più ricchi invece di sottoporre i loro dati all’Oms per ottenere un via libera al livello mondiale dei loro farmaci. “Questi comportamenti alla fine non faranno altro che prolungare la pandemia, oltre alle restrizioni necessarie per contenerla, e le sofferenze umane ed economiche a essa legate”, ha detto Ghebreyesus.
  • Tra il 16 e il 17 gennaio la contea di Los Angeles è diventata la prima a superare il milione di contagi in California, mentre in tutti gli Stati Uniti i decessi dall’inizio della pandemia sono poco meno di 400mila. Il dipartimento alla salute della California ha segnalato che nello stato è molto più diffusa da dicembre la variante L452R, individuata la prima volta nel marzo 2020 in Danimarca e individuata a maggio in California. A dicembre, i sequenziamenti della variante effettuati nei laboratori l’avevano rintracciata nel 3,8 per cento dei campioni, a gennaio la percentuale è salita al 25,2 per cento.
  • In Brasile l’ente regolatore del farmaco Anvisa ha autorizzato l’uso di emergenza del vaccino cinese della Sinovac, Coronavac, prodotto in collaborazione con i laboratori dell’istituto Butantan di São Paulo, e ha approvato il vaccino britannico-svedese Oxford-AstraZeneca. I funzionari federali hanno dichiarato che la campagna di vaccinazione dovrebbe cominciare il 20 gennaio in tutto il Brasile. I laboratori del Butantan hanno stimato un’efficacia del 50, 8 per cento per il Coronavac, appena sopra il livello richiesto dall’Oms per dichiararlo efficace. Il risultato ha segnato una battuta d’arresto nella cosiddetta diplomazia cinese del vaccino e generato dubbi nei dieci paesi che finora hanno ordinato 380 milioni di dosi del Coronavac.
  • La Cina ha posto in confinamento stretto altri tre milioni di persone nelle città di Gongzhuling e Tonghua nella provincia nordoreintale di Jilin, al confine con la Corea del Nord, dopo l’individuazione di 109 nuovi casi covid. Nel nordest del paese sono in lockdown più di 19 milioni di persone, ma le misure sono state allentate nella provincia settentrionale dello Hebei, confinante con la regione di Pechino, dove però l’obbligo di restare in casa riguarda ancora 12,5 milioni di persone.
  • In Lettonia comincerà una campagna di informazione sui vaccini in russo, ha dichiarato il ministro della sanità Daniels Pavļuts, sostenendo che i mezzi di comunicazione russofoni stanno aggiungendo disinformazione alla propaganda internazionale contro i vaccini. La Lettonia ha vaccinato finora 15.756 persone, lo 0,008 per cento della popolazione usando il farmaco prodotto da Oxford-AstraZencea, non ancora approvato nell’Unione europea. Il tasso dei contagi è più alto nelle zone settentrionali russofone del paese che in quelle meridionali: a Daugavpils in quattrodici giorni sono stati registrati 1.200 casi ogni centomila abitanti, mentre a Riga, la capitale, il dato medio è di 600 casi su centomila abitanti.
  • Dopo aver decretato lo stato di emergenza in seguito alla morte di due ministri, il capo di stato del Malawi, Lazarus Chakwera, ha imposto dal 18 gennaio un coprifuoco notturno e la chiusura delle scuole per tre settimane, oltre a limitare il numero di persone che possono riunirsi e a rendere obbligatorio l’uso della mascherina, finora solo consigliato, mentre le misure si erano limitate alla chiusura delle frontiere internazionali tra agosto, ottobre e dicembre per evitare l’importazione di contagi. Chakwera ha scavalcato una decisione della locale corte suprema che l’aprile scorso aveva bloccato un ordine di confinamento voluto dal governo, giudicando insufficienti le misure prese per compensare le perdite economiche della popolazione che sopravvive in gran parte grazie all’economia informale e che per la metà è sotto la soglia di povertà di due dollari al giorno. Finora il paese ha registrato 12.470 casi tra cui 314 morti su una popolazione di 18 milioni di abitanti. Ma più del 40 per cento dei casi è stato registrato nel solo mese di gennaio, con un picco il 17 gennaio di 685 contagi in 24 ore. Chakwera ha promesso di stanziare 24 milioni di dollari per combattere l’epidemia.
  • Dubai tiene le porte aperte ai turisti che fuggono dai confinamenti, scrive l’Afp in un suo reportage dall’emirato del golfo dove “dall’inizio della crisi le autorità si vantano di aver controllato l’epidemia, usando le nuove tecnologie per il tracciamento dei casi forti, imponendo pesanti multe a chi non usa la mascherina, oltre a raccomandare il distanziamento fisico nei luoghi pubblici, mentre i turisti devono mostrare all’arrivo i risultati di un recente tampone molecolare negativo oppure riceverne uno all’aeroporto. Non esistono statistiche precise sull’andamento dell’epidemia a Dubai, 2,9 milioni di abitanti, che insieme ad altre sei monarchie, forma gli Emirati Arabi Uniti. Su scala nazionale il numero giornaliero dei contagi, circa 3.400, è quasi raddoppiato dal 1 gennaio 2021. In totale, gli emirati, che hanno lanciato una vasta campagna di vaccinazione, hanno ufficialmente registrato 253mila casi con 745 decessi su una popolazione totale di circa dieci milioni di persone. Turisti russi, francesi e statunitensi dichiarano di sentirsi perfettamente al sicuro, anche più che nei loro paesi di provenienza. Dubai aveva accolto nel 2019 sedici milioni di visitatori e ne prevedeva 20 milioni per il 2020. Povero di petrolio ma con un’economia molto diversificata l’emirato ha riaperto le porte al turismo nel luglio 2020, dopo un lockdown stretto nella primavera precedente. Secondo Scott Livermore, capo economista del settore mediorientale di Oxford economics, un istituto di analisi britannico, se questa ‘strategia di crescita’ funzionerà avrà delle ricadute positive sull’Esposizione universale, spostata all’ottobre del 2021 a causa della pandemia e per la quale il regno aveva già speso 6,8 miliardi di euro. Ma Livermore dice che la scommessa è azzardata, perché una seconda ondata della pandemia potrebbe mandare di nuovo all’aria i piani del governo. Nel frattempo la compagnia aerea di bandiera, la Emirates, ha riaperto la maggior parte delle sue tratte nel mondo: secondo le statistiche, nella prima settimana di gennaio dallo scalo di Dubai ha transitato mezzo milione di passeggeri”.

Ha collaborato Sara Tartamo

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it