19 novembre 2014 09:54

Quando i miei genitori mi dissero (e sono sicura che a un certo punto l’abbiano detto) che stavo “attraversando una fase”, non mi resi affatto conto di due cose: avevano ragione e sarebbe stato così per il resto della mia vita. Questo non significa che io stia ancora attraversando quella fase. Tanto per cominciare ora sono molto più ordinata, faccio musica in modo più consapevole e non do del fascista al primo che passa. Ma questa storia delle fasi non finisce mai, e vale anche per i genitori oltre che per i figli.

Mentre i vostri figli continuano a cambiare, cambia anche il vostro modo di crescerli, perché ogni nuova fase porta con sé nuove preoccupazioni che scompaiono con il passaggio alla fase successiva. Così, per esempio, oggi trovo difficile preoccuparmi di cose come i ritmi delle poppate, i vaccini trivalenti, i compiti a casa o l’età giusta per avere un cellulare. Sono fasi cruciali che ci siamo già lasciati alle spalle: così enormi e angoscianti quando ce le avevamo davanti, e così piccole e insignificanti viste nello specchietto retrovisore.

Una volta finita una fase, si assume un atteggiamento disinvolto con i figli degli altri: “Oh, non preoccuparti, se la caveranno”, si rassicurano i genitori ancora alle prese con lo svezzamento, l’ansia da separazione o i primi esami dei figli. Insomma si diventa dei veterani, degli esperti.

Ma qui viene il bello: essere genitori riserva sempre delle sorprese, e non fai in tempo a rilassarti che arriva una nuova sfida. Oggi non ho più il problema del ciuccio, ma sono madre di due figli adolescenti e, credetemi, è tutta un’altra storia. Chi ha figli adulti può anche sorridere intenerito, e guardarmi con un’espressione piena di comprensione del tipo “Oh, se la caveranno” ogni volta che espongo le mie nuove preoccupazioni sulle feste in casa senza supervisione, il piercing, i capelli rosa o tornare a casa a piedi di notte con le cuffie.

Se siete sopravvissuti a questi anni, avete tutto il diritto di fare i superiori. Non credo che avere figli adolescenti oggi sia molto diverso che in passato. Internet, diete e pornografia sono solo dettagli, incarnazioni correnti di un problema che in fondo è sempre lo stesso: questi sono gli anni in cui, per quanto ci proviate, non potete più esercitare un controllo sui vostri figli o garantire che siano al sicuro. E purtroppo, anche se cominciano a diventare irritanti con i loro sbalzi di umore e la loro musica, voi continuate ad amarli disperatamente.

A volte mi dà fastidio che si parli sempre male degli adolescenti, quando in realtà hanno tanti lati positivi, ma questo non significa che sia facile essere loro genitori. E di tutte le esperienze che li vedi attraversare, la più difficile da sopportare è la tristezza. Quando i figli sono piccoli, i loro momenti di tristezza sono spesso passeggeri o rimediabili. Bisticci con gli amici, graffi e lividi, cose che si possono risolvere con un cerotto e un bacio. Ma gli adolescenti sono quasi degli adulti, e spesso hanno problemi da adulti, perfino esistenziali, cose che provi anche tu e che non sai risolvere per te, figuriamoci per loro. Vedere un adolescente triste per il suo presente e preoccupato per il suo futuro può essere straziante: si stanno lasciando alle spalle la sicurezza dell’infanzia e lo sanno fin troppo bene. Per loro è qualcosa di ancora molto recente, così vicina che possono quasi toccarla, ma sta svanendo di fronte ai loro occhi e non tornerà mai più.

Cercare di consolarli dicendogli che la vita migliora crescendo suona abbastanza stupido e poco convincente alle loro orecchie. “Papà”, ha detto l’altro giorno nostro figlio, che ha 13 anni, “dopo i cinquant’anni praticamente cominci a decomporti, vero?”. Abbiamo riso, ma era una risata amara. Eccoci qui, che cerchiamo entrambi di tenerci stretti i nostri figli e insieme di lasciarli andare. Ci decomponiamo sotto i loro occhi. Eppure, inaspettatamente, spesso siamo più felici di loro.

La settimana scorsa ho letto In your prime di India Knight, con cui ho solidarizzato alla grande per come racconta le gioie della mezza età. Ho smesso di aspettarmi che ci siano cose facili nella vita, e forse per questo non ci resto più male quando qualcosa non lo è. Tutto sommato, non è una brutta fase da attraversare.

(Traduzione di Diana Corsini)

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