02 febbraio 2017 11:26

Raramente a Bucarest si sono viste manifestazioni così grandi. O almeno non successivamente al dicembre del 1989, dopo le rivolte che portarono alla caduta del dittatore Nicolae Ceaușescu. Il 1 febbraio decine di migliaia di persone sono scese in piazza nonostante il freddo per opporsi al decreto approvato a sorpresa dal nuovo governo socialdemocratico.

Il decreto, criticato anche dalla comunità internazionale, prevede una riduzione delle pene nella legislazione anticorruzione. In concreto questo significa che alcuni uomini politici potrebbero essere al riparo da possibili inchieste giudiziarie.

Di fronte a una protesta che continua a montare e che coinvolge anche città come Cluj, Sibiu e Timisoara, il primo ministro Sorin Grindeanu ha cercato di giustificarsi, dicendo che pensava solo a ridurre il numero di detenuti nelle carceri. Un’argomentazione che non è bastata a persuadere i suoi critici, convinti che voglia salvare alcuni suoi alleati dalle accuse di abuso di potere.

La condanna delle istituzioni europee
Il presidente di centrodestra Klaus Iohannis ha duramente criticato il governo e ha parlato di “un giorno di lutto per lo stato di diritto”. Anche le istituzioni europee hanno manifestato i loro dubbi e sono preoccupate del voltafaccia dell’esecutivo di Grindeanu. “La lotta contro la corruzione deve continuare e non può essere bloccata”, ha affermato la Commissione europea.

In un comunicato congiunto il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker e il vicepresidente Frans Timmermans hanno espresso “viva preoccupazione”. Una dichiarazione che, secondo il sito EurActiv, indica che il Partito socialdemocratico al potere in Romania ha perso il sostegno di Bruxelles.

Come spiega il Washington Post, in Romania ci sono ormai due forme di corruzione: una “enorme”, per cui i funzionari corrotti vanno ancora in prigione, e un’altra “accettabile”, a cui si reagisce solo con un’alzata di spalle. “Che sarà mai un po’ di corruzione?”, si chiede ironicamente Usa Today, prima di ricordare che la Romania, entrata ufficialmente nell’Unione europea il 1 gennaio 2007, occupa il 57° posto nella classifica dei paesi meno corrotti dell’ong Transparency international.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it