22 agosto 2016 09:44

In ordine di gerarchia mondiale, cominciamo dagli Stati Uniti. Quello sul futuro degli Stati Uniti è il primo punto di domanda dei prossimi mesi, e non solo a causa delle elezioni presidenziali dell’8 novembre.

Donald Trump sarà probabilmente sconfitto e Hillary Clinton dovrebbe diventare la prima donna alla Casa Bianca, ma resta il fatto che i giovani avevano appoggiato il suo avversario Bernie Sanders. Due problematiche sollevate dal candidato repubblicano, l’ostilità al libero scambio e il disimpegno degli Stati Uniti sulla scena internazionale, si sono rivelate estremamente popolari.

Gli statunitensi vogliono prima di tutto pensare a se stessi. Vogliono più assistenza sociale, meno interventismo e meno fabbriche chiuse dalla concorrenza cinese. La futura presidente non potrà ignorare queste aspirazioni. Come con Obama, è più che mai un’America nuova quella che cerca il suo posto in un mondo nuovo.

Le prospettive in Russia

Nel frattempo in Russia si eleggerà un nuovo parlamento. Altamente prevedibili, i risultati del voto del 18 settembre non cambieranno niente in sé, ma potrebbero aprire una nuova epoca a Mosca, dove Vladimir Putin ha operato un rimpasto dei fedelissimi mentre si rincorrono voci di elezioni presidenziali anticipate. A due anni dalle prossime presidenziali, anche Putin cerca un nuovo corso, perché le difficoltà economiche del suo paese sono immense. Il presidente russo dovrà rimettersi in carreggiata, ma al momento sembra ancora esitare tra una riconciliazione con gli occidentali e la riaffermazione nazionalista della Russia, ovvero tra due strade opposte che avrebbero ognuna le sue ripercussioni per l’Ucraina e la Siria.

Dopo gli Stati Uniti toccherà ai francesi votare, e al di là della loro scelta saranno due i fattori chiave. Il primo sarà il punteggio ottenuto dal Front national al secondo turno, l’altro sarà la capacità della Francia di rilanciare l’Unione europea, in cui dopo la Brexit si ritrova ad avere un ruolo centrale.

Il presidente turco Erdoğan potrebbe cercare un accordo con il siriano Assad in funzione anticurda

In Germania, infine, le elezioni politiche del 2017 potrebbero portare alla formazione di una coalizione tra i Verdi e la destra, perché i socialdemocratici sono tentati di tornare all’opposizione per rafforzarsi mentre Angela Merkel ha bisogno di una nuova spinta.

I prossimi mesi saranno anche quelli della netta ritirata del gruppo Stato islamico, già particolarmente in difficoltà in Siria, in Iraq e in Libia. Tuttavia questa sconfitta probabile non riduce il rischio di attentati, che al contrario aumenterà, perché lo Stato islamico cercherà di ritardare la sua fine insanguinando nuovamente l’Europa.

In Siria la situazione sembra dover cambiare, perché dopo il fallito colpo di stato il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan vorrebbe favorire un compromesso con Bashar al Assad nel timore che la nascita di un Kurdistan siriano rafforzi l’irredentismo dei curdi di Turchia.

Quanto all’Unione europea, settimo punto di domanda della nostra lista, deve superare ormai così tante crisi che il suo destino appare incerto. La sopravvivenza dell’Europa unita è nelle mani della Germania, della Francia e dei loro elettori.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Bernard Guetta sarà al festival di Internazionale a Ferrara dal 30 settembre al 2 ottobre 2016.

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