FKA twigs ha composto il suo nuovo mixtape Caprisongs durante la quarantena. Ha descritto il progetto come un “viaggio di ritorno verso me stessa attraverso straordinari collaboratori e amici”. Il suo tono è chiaro fin dall’inizio: “Ehi, ti ho fatto un mixtape”, sussurra nei primi secondi della traccia di apertura Ride the dragon, “Perché quando ti sento, sento me, e quando mi sento, mi sento bene”. Sarebbe facile liquidare questa introduzione come una cosa stucchevole. Ma rispetto al senso di isolamento del precedente lavoro Magdalene, questo cameratismo sembra curativo. Prodotto dalla stessa FKA twigs insieme allo spagnolo El Guincho, Caprisongs oscilla tra i generi: strizza l’occhio alla latin trap (Honda), ipnotizza con un etereo rnb (Careless) e dà un frenetico tocco electro-pop (Pamplemousse). Caprisongs è l’esempio più esplicito della tante influenze alla base dello stile di FKA twigs. Va inoltre ascoltato pensando alla causa intentata nel dicembre 2020 contro l’ex fidanzato, l’attore Shia LaBeouf, accusato dalla cantante di violenze sessuali. FKA twigs allude all’euforia di sentirsi liberi da una relazione così tossica nel momento clou, il singolo Tears in the club, dov’è ospite la star canadese The Weeknd. Caprisongs non è il lavoro più profondo della carriera della cantante britannica. Ma fa da trampolino di lancio al suo percorso introspettivo. Un viaggio che dovrebbe essere applaudito.

Abby Jones,
Consequence of Sound

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Questo articolo è uscito sul numero 1444 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati