Il 14 gennaio la corte suprema degli Stati Uniti ha bloccato l’obbligo introdotto dall’amministrazione Biden di vaccinarsi e fare dei test del covid periodici nelle aziende con più di cento dipendenti. Secondo il massimo organo della giustizia statunitense il provvedimento del governo federale, che avrebbe riguardato circa ottanta milioni di lavoratori, sarebbe “un’imposizione sbagliata” sulle vite e sulla salute dei cittadini. I giudici hanno invece lasciato in vigore l’obbligo vaccinale per la maggior parte degli operatori sanitari, in totale circa dieci milioni di persone, che dovranno vaccinarsi entro la fine di febbraio. “È un brutto colpo per l’amministrazione Biden, che sperava di rilanciare la campagna vaccinale”, scrive il Wall Street Journal. “Gli Stati Uniti sono indietro rispetto agli altri paesi occidentali: solo il 63 per cento della popolazione è completamente vaccinata, mentre il 38 per cento ha ricevuto la dose di richiamo”. È la seconda sconfitta per il presidente nel giro di pochi giorni. La senatrice dell’Arizona Kyrsten Sinema ha detto di essere contraria alle proposte per cambiare le regole sull’ostruzionismo al senato. Questo impedirà ai democratici di approvare la riforma elettorale pensata per contrastare le leggi approvate dai conservatori in molti stati e che limitano il diritto di voto delle minoranze.

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Questo articolo è uscito sul numero 1444 di Internazionale, a pagina 29. Compra questo numero | Abbonati