Molti famosi autori decidono di fare film per le piattaforme di streaming con l’obiettivo di arrivare all’Oscar. Il regista del Favoloso mondo di Amélie sbarca su Netflix con un’altra idea in testa: divertirsi. I personaggi di Bigbug sembrano quelli di una sitcom (il vicino, la vicina, una famiglia allargata) e l’ambientazione quella di un loft dove si realizza un reality show, ma con l’aria condizionata completamente sballata. Colpa del bug che manda in corto circuito il piccolo universo del film, spingendolo verso quello ben più ampio e cinematografico della fantascienza. Nel 2045 i robot hanno preso il sopravvento. Quelli casalinghi impediscono agli umani di uscire di casa in modo che quelli esterni, gli Yonix, possano regolare le sorti dell’umanità. E mentre la padrona di casa cerca di riprendere il controllo su Nestor, l’assistente vocale, tutti gli altri elettrodomestici (Decker, il robot addetto alle pulizie, Monique, l’automa governante tuttofare, e Greg, l’androide istruttore di pilates, insieme a Einstein, il centralino della domotica, vero cervello del gruppo) si perdono in una riflessione sull’umanità. Per non essere più macchine devono acquisire il senso dell’umorismo. Facile, basta scaricarlo… Nove anni dopo il suo ultimo film, Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet, Jean-Pierre Jeunet firma una commedia assurda, poco ambiziosa, ma profondamente nostalgica. Un’occasione d’oro per rituffarsi nella fantasia degli esordi.

Frédéric Strauss, Télérama

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Questo articolo è uscito sul numero 1448 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati