La riscoperta della musica per salterio nell’Italia settentrionale del settecento è la missione di questo album dell’ensemble di Margit Übellacker (salterio) e Jürgen Banholzer (clavicembalo e organo). Nato nel medioevo, oggi il salterio è uno strumento che capita molto di rado, sia in concerto sia in disco. Ed è una rivelazione. Basta un attimo per essere conquistati dal suo timbro vellutato, a metà strada tra mandolino, clavicembalo e fortepiano. Pizzicato o suonato con dei martelletti ricoperti di stoppa o cuoio, schiude un ventaglio immenso di tessiture, sfumature e colori. Gli interpreti potrebbero accontentarsi delle ricchezze timbriche dei loro strumenti. Invece si dimostrano meravigliosi per grazia, eleganza e spensieratezza: doti perfette per queste pagine di musica galante, unite alla scioltezza della linea melodica e al virtuosismo sottile. È incredibile che questi tesori siano rimasti tanto a lungo nascosti.
Fabienne Bouvet, Classica

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Questo articolo è uscito sul numero 1448 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati