La treccia alla francese è una saga familiare che si svolge tra il 1959 e la fine dell’estate 2020. Ambientata a Baltimora, è la storia dei Garrett: marito e moglie, Robin e Mercy, e i figli Alice, Lily e David. Li incontriamo durante una rara vacanza su un lago del Maryland, con le ragazze adolescenti e il loro fratello minore, un curioso bambino di sette anni, che si diverte con i suoi giocattoli. Ma Robin, un idraulico diventato negoziante, ha altre idee, e il suo rude tentativo di spezzare la riluttanza di David a nuotare farà ribollire le tensioni familiari per decenni. Anne Tyler ha un occhio acuto per il modo in cui piccoli momenti possono avere effetti imprevedibili nella comprensione reciproca di una famiglia. La frattura peggiora solo quando David, pronto ad andare all’università nel 1970, è costretto dal padre a rinunciare a fare volontariato in un gruppo teatrale. Robin vuole insegnargli che essere un uomo significa che non si può sempre scegliere. Tyler è un’osservatrice attenta della mascolinità. Il romanzo è diviso in sette sezioni, ognuna delle quali è una narrazione in terza persona legata in modo discreto al punto di vista di un familiare. Questi segmenti si svolgono più o meno a distanza di un decennio l’uno dall’altro, il che contribuisce al senso piacevolmente rilassato del romanzo: Tyler non costringe i suoi personaggi in un disegno predeterminato, ma li lascia crescere. Divertente, commovente, generoso, il libro non rifugge dalla morte e dalla delusione, ma non è mai cupo o eccessivo.
Anthony Cummins, The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1459 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati