Santigold (Frank Ockenfels)

Dopo un’assenza di sei anni, l’artista di Filadelfia Santigold ritorna, con una certa modestia, con un lavoro enigmatico. Per diversi aspetti Spirituals è radicato nel fantastico, sebbene i temi di cui tratta siano molto legati alle difficoltà della vita reale: in particolare la pandemia, che ha costretto la musicista isolata a casa con tre figli e ben lontana da quella creatività sconfinata che ha definito la sua carriera, e le numerose proteste per la giustizia sociale e contro il razzismo che stavano esplodendo in tutto il mondo in quel periodo. I testi dell’album sembrano quindi una cura purificante. Invece di attingere a sentimenti angoscianti, guardano avanti, verso un futuro dove c’è posto per la bellezza. Praticamente sono un esercizio per trovare una via d’uscita quando sembra non essercene una. A parte un paio di episodi, l’album è molto più asciutto ed essenziale rispetto alle uscite precedenti. Stavolta la musicista va alla ricerca di una trascendenza viscerale attraverso uno stile grezzo, meno dance e meno esuberante. Però non è cambiata la sua volontà di passare da un genere all’altro, preservando al tempo stesso una visione sconfinata e magica.
Jasleen Dhindsa, Loud and Quiet

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Questo articolo è uscito sul numero 1478 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati