In qualità di batterista, produttore, leader di un gruppo e compositore, “lo scienziato del ritmo” Makaya McCraven, nato a Parigi ma cresciuto negli Stati Uniti, lavora con l’improvvisazione e la post­produzione digitale, portando un tocco organico ai ritmi dell’hip-hop. I suoi acclamati album registrati con questa tecnica, a partire da In the moment del 2015, sembrano tutti parte di un quadro più ampio, come se il musicista fosse impegnato a mostrare i suoi progressi più che le singole opere. Nel suo solare nuovo lavoro In these times, il musicista statunitense dimostra come usare al meglio gli strumenti provenienti dalla storia del jazz e del rap, con una mano delicata che maschera la sua ossessiva attenzione ai dettagli. Di gran lunga il più accessibile dei suoi album, In these times riunisce 15 collaboratori per creare un arazzo sonoro che luccica mentre lo si ascolta. Uno dei brani, So ubuji, ha una melodia di marimba, un ritmo da capogiro e la rara caratteristica di seguire un semplice tempo in 4/4. Ma il pezzo forte è Dream another, caratterizzato da una melodia semplice ma sinuosa di flauto e sitar che sorregge su un basso elettrico in stile Motown e un ritmo (in 7/4) che evoca la vecchia scuola hip hop. Con In these times Makaya McCraven ha costruito un mondo musicale autonomo, ricco di complessità ritmica ma accessibile da ogni angolazione.
Nate Chinen, Npr

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Questo articolo è uscito sul numero 1481 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati