◆ Ogni anno decine di migliaia di uccelli si fermano sul lago Abert, nel sud dell’Oregon. È una tappa del loro viaggio dal Gran bacino, nell’ovest degli Stati Uniti, verso la rotta migratoria del Pacifico, che va dall’Alaska al Sudamerica. Il lago, poco profondo e salato, offre da secoli cibo a volontà agli uccelli, ma da qualche tempo le cose sono cambiate.

In tempi normali l’acqua del bacino è troppo salata per i pesci, ma perfetta per le mosche Ephydra hians e per i minuscoli crostacei Artemia salina, specie apprezzate dagli uccelli migratori. Negli ultimi anni, però, la situazione è stata tutt’altro che normale: il lago si è prosciugato quasi completamente nel 2014, nel 2015, nel 2021 e nel 2022 a causa della siccità e dei prelievi idrici. Di recente alcuni ricercatori hanno attribuito la crescente evaporazione alla minore presenza di neve sulle rive e alle temperature più alte. La conseguenza è un aumento della salinità dell’acqua rimasta, che è diventata inospitale perfino per le mosche e i crostacei. La scarsità di cibo ha spinto molte specie di uccelli ad abbandonare il lago. Secondo alcune stime, il loro numero si è ridotto del 90 per cento nell’ultimo decennio, passando da più di 250mila a undicimila all’anno. Tra le specie che hanno scelto rotte alternative ci sono il falaropo di Wilson (Phalaropus tricolor) e lo svasso piccolo (Podiceps nigricollis).

L’immagine in alto, scattata dal satellite Landsat 7 della Nasa, mostra il lago Abert nell’ottobre 2002, quando il livello dell’acqua era quasi ai massimi. Quella in basso, scattata dal satellite Landsat 8 vent’anni dopo, mostra invece il bacino quasi completamente prosciugato.–Adam Voiland (Nasa)

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Questo articolo è uscito sul numero 1499 di Internazionale, a pagina 99. Compra questo numero | Abbonati