Da Louis, il maggiore (1692 circa-1745), a Louis-Joseph (1738-1804) passando per François (1698-1787), la famiglia Francœur ha illuminato l’orchestra dell’Opéra di Parigi segnando allo stesso tempo lo sviluppo tecnico del violino. Ce lo ricorda questo programma, che presenta molte prime registrazioni assolute. Quattro sonate per violino e clavicembalo sono accompagnate da movimenti sciolti e da arrangiamenti dell’opera Pyrame et Thisbé, composta da François Francœur e François Rebel. Lungo questi trentuno pezzi è un piacere ascoltare la retorica coreografica sfoggiata da Théotime Langlois de Swarte. Colpiscono soprattutto la chiarezza del tratto e la capacità di muoversi con spigliatezza attraverso i capricci richiesti all’archetto. È un violino che risplende di una sonorità piena di grazia o di un canto travolgente. In questo è più che semplicemente accompagnato da Justin Taylor, che realizza un continuo fraterno. Nel disco incontriamo molte sorprese, fino all’enigmatico finale, che enuncia: “Per piacere, l’arte non può essere che una debole impostura”. Quella mostrata dalla perfezione di questi due musicisti è un’impostura inestimabile.
Jérémie Bigoire, Classica

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1502 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati