Ovunque si guardi, c’è sempre il mare. Spesso non è blu, magari è opaco e grigio, ma in ogni caso è come un’ipotesi sempre aperta, la promessa di una fuga. Eppure questa promessa non dà nessun conforto ai personaggi che Tanguy Viel ritrae libro dopo libro, intrappolati in destini segnati da una sorta di fatalità. Oggi è il caso di Laura, protagonista fragile e testarda, e di Max, suo padre. Vittime di un ordine sociale tristemente disumano a cui pensavano di poter sfuggire. Laura non è però la voce narrante di questa storia. Viel ha affidato questo ruolo a un narratore discreto di cui non sappiamo nulla. Ma chiunque sia, è intelligente e diabolicamente ben informato. Tutti questi elementi si fondono in una narrazione densa e avvincente. La giovane Laura ha un appuntamento con Quentin Le Bars, il sindaco di una piccola città bretone, per chiedergli aiuto nella ricerca di una casa. Il risultato è che Laura si trasferisce in una delle stanze del casinò gestito da Franck Bellec, un uomo importante e amico del sindaco. Una sistemazione per la quale, ovviamente, la giovane dovrà pagare il prezzo.
Nathalie Crom, Télérama

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Questo articolo è uscito sul numero 1520 di Internazionale, a pagina 77. Compra questo numero | Abbonati