Non sorprende che Chan Marshall, in arte Cat Power, si diverta a mettere la sua impronta sul materiale degli altri. Ha già pubblicato tre album di questo tipo: The covers record (2000), Jukebox (2008) e Covers (2022). Registrare una raccolta di canzoni di Bob Dylan non è un’idea nuova. Ma affrontare tutti e 15 i brani (sette acustici e otto elettrici) dal famigerato tour del 1966 dal vivo alla Royal Albert Hall di Londra nel 2022 spinge il concetto verso il territorio della performance d’arte. A parte il fatto che il pubblico britannico era più bendisposto verso Cat Power rispetto a quello ribelle di Dylan (all’epoca gli urlarono “Giuda!” per contestare la sua svolta elettrica), non c’è molta alterazione negli arrangiamenti scelti da Cat Power. Lo stile morbido di Marshall è diverso da quello acuto e roco di Dylan, e i suoi musicisti, anche se esperti, non offrono le dinamiche di The Band. È un gioco divertente, soprattutto per i fan di Cat Power, che applica la sua impronta al materiale che ama. L’atmosfera dal vivo esalta l’entusiasmo, l’audio è nitido e lo spettacolo realizza quello che si propone. Ma non sostituisce di certo l’originale.

Hal Horowitz,
American Songwriter

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Questo articolo è uscito sul numero 1537 di Internazionale, a pagina 110. Compra questo numero | Abbonati